Un’ architettura “aerostatica flottante” animerà le estati del MAXXI, sovrastando la piazza del museo e chi la percorrerà, ben visibile anche da fuori, di giorno e di notte.
Il progetto è un volume irregolare (Zaha style) che potrebbe scambiarsi per un pezzo del museo che si è staccato per cause innaturali e si è fermato a mezz’aria, oppure un proiettile velenoso sputato dalla bocca a sbalzo dell’ultima sala che si è gonfiato istantaneamente a contatto con l’aria. Lo so: difetto di troppa immaginazione. Eppure a questo ci fa pensare a primo impatto, invece è un grande gonfiabile che darà frescura di giorno e s’illuminerà di notte.
A Roma come a New York, come A Santiago, come a Istanbul: questo è YAP (Young Architects Program) un concorso per giovani architetti per un’installazione temporanea che accolga il pubblico in visita al museo o anche solo chi arriva richiamato dagli eventi in programmazione, trasformando gli spazi esterni in uno spazio pubblico.
Una rosa di cinque studi finalisti di giovani architetti concorrono per aggiudicarsi l’incarico per la realizzazione dell’installazione che durerà da giugno a novembre. Un’ottima opportunità e una bella iniziativa. I meccanismi di selezione sono molto riservati: non è dato sapere chi siano i selezionatori – una cinquantina – e quanti siano i segnalati da cui si arriva alla rosa dei cinque finalisti scelta da una giuria internazionale.
Se fosse meno riservato sarebbe un bell’esempio per i tanti concorsi in Italia (lo sappiamo che non è un concorso pubblico ma una “consultazione di idee!) che si svolgono ancora alla vecchia maniera. Ma così vogliono questi tempi di scarsa informazione e pochissima trasparenza.
Ha vinto: bam! bottega di architettura metropolitana (Alberto Bottero, Valeria Bruni, Simona Della Rocca, Fabio Vignolo) un collettivo di giovani architetti formatisi al Politecnico di Torino che hanno avuto la meglio su AKO – Architettura Kilometro Zero, Laboratorio Permanente (MI), LOOP Landscape & Architecture Design Network (Rotterdam, NL) ,e Matilde Cassani (MI).
Le altre idee? Una parete rivestita di legno che si trasforma in rampa con luoghi di sosta e terrazze affacciate sul MAXXI e sul quartiere circostante (AKO), una grande cascata circolare che durante i mesi estivi offre refrigerio ai visitatori e dopo il tramonto si accende come un’installazione luminosa (Laboratorio Permanente), un ambiente a metà strada tra naturale e urbano, un piano inclinato di legno, informale come una spiaggia e retorico come una fontana barocca (Cassani), una serie di colline artificiali che ospitano nuvole di acqua nebulizzata e pini sotto i quali sdraiarsi per ripararsi dal sole e macchie di vegetazione eterogenea (LOOP).
Chissà se da queste poche righe si sarebbe potuto scommettere sul vincitore. Le immagini certamente sono molto intriganti. Ora aspettiamo giugno per vedere come si materializzerà quest’idea molto immateriale; il progetto è un po’ azzardato ma anche la suspance fa parte del gioco…