Eccomi qui.
Di nuovo in patria cinese, o meglio in salsa mela gialla. Mancando da un po’, noto qualche novità.
Una in particolare: i cinesi sono sempre di più.
Bella battuta, direte voi ma qui, a Hong Kong, i cinesi cinesi – quelli diciamo della madre patria – non erano mai stati cosi tanti negli ultimi anni.
Vi ho raccontato il fenomeno delle partorienti ‘locuste‘ che si trasferiscono qui per qualche mese per far avere ai propri pargoli anche la carta d’identità locale, e della acredine che tocchi con mano tra i locali e i cinesi cinesi. Si guardano storti; alla metro i locali si scostano se sentono parlare mandarino (qui la lingua e’ il cantonese e vi giuro tra loro non si capiscono).
Ho imparato con il tempo a distinguerli pure io. Sono, come dire, più rustici. Un po’ come quando in Italia soprattutto anni fa si diceva che quello la’ era uno che veniva dalla campagna o dal Meridione, un terrone insomma. Ecco oggi a Hong Kong sta accadendo questo: uno sbarco incessante di cinesi cinesi che ora non vengono solo il week end a fare shopping vestiti di tutto punto ma magari con le infradito e i piedi sporchi di terra ma anche si stabiliscono qui, fanno affari, instaurano attività varie. Si incuneano nella società autoctona in attesa di riconquistarla anche legalmente tra qualche decina d’anni.
Un fenomeno interessante che spiega il ruolo di Hong Kong in questi anni è legato al sistema educativo. Se volete un maggiore approfondimento ho scritto qualcosa qui ma lasciatemi dire che a maggio sono previste ondate di giovani cinesi cinesi che sbarcheranno a Hong Kong – avendo fatto pagare ai propri genitori migliaiate di dollari americani – per cercare di ottenere un buon punteggio al SAT un test che i college americani richiedono agli stranieri prima di immatricolarsi – nel 2012 sono stati circa 40.000!-
Pare che un anno di corso privato di preparazione al test costi sui 23 mila dollari a fronte di stipendi annuali sui 7000 dollari per una famiglia medio-bassa che sogna, pero’, di mandare il figlio ad Harvard. E magari ci riesce pure!
L’educazione americana e’ ritenuta un must per i cinesi cinesi, ma non la denigrano manco i cinesi di Hong Kong sebbene questi ultimi non disprezzino – per questioni anche storiche diciamo – un’educazione universitaria europea con l’Inghilterra al top della classifica.
In attese dell’ondata di futuri studenti cinesi cinesi mi godo le scene, un po’ razziste a dire il vero – ma tanto ci siamo abituati qui anche noi in quanto stranieri – tra cinesi al quadrato e cinesi in salsa mela gialla.