In effetti il pericolo di fuga per Marcello Dell’Utri, per cui ieri il procuratore generale Patronaggio aveva fatto richiesta di arresto (in seguito alla condanna d’appello a sette anni per concorso esterno in associazione mafiosa), non c’era. Infatti ci avevano provato in tutti i modi a far prendere immediatamente il primo aereo per Santo Domingo al Senatore quei geni che al palazzo di giustizia di Palermo hanno fatto trapelare la notizia sulla richiesta di arresto del procuratore generale. Richiesta non palesata in sede di udienza, ma depositata nel pomeriggio.
Già questa mattina la respinta della richiesta d’arresto. Nel provvedimento di rigetto dell’istanza i giudici scrivono: ”si esclude il pericolo di fuga in ragione del comportamento dell’imputato che ha partecipato alle udienze dibattimentali e non ha mai voluto sottrarsi all’esecuzione della pena”.
Nella richiesta di arresto depositata ieri pomeriggio, e respinta dai giudici della Corte d’appello, Patronaggio scrive che la Polizia di Milano ha appreso “da fonti confidenziali” di un viaggio fatto in Nicaragua da Dell’Utri “l’8 marzo 2102”, cioe’ un giorno prima della sentenza della Corte di Cassazione che ha poi annullato con rinvio la sentenza di condanna a sette anni di carcere. Secondo il magistrato quel viaggio dimostrava “la volonta’ di alontanamento di Dell’Utri”. Ma i giudici, presieduti da Raimondo Loforti hanno rigettato la richiesta ricordonando nel provvedimento che quel viaggio “non era dimostrativo della volonta’ di allontanamento e di sottrazione”.
Insomma, se Dell’Utri avesse voluto scappare, chi ha rivelato l’esistenza della richiesta di arresto di Patronaggio ai cronisti, gli avrebbe sicuramenta dato una grossa mano. Comunque la si pensi, bene ha fatto il presidente del Senato Grasso, ex procuratore nazionale antimafia, nel corso di Piazza Pulita a ricordare “ma l’arresto si fa forse via e-mail? Che si sappia prima ancora che ci sia l’ordine d’arresto… Puo’ essere un dato infondato o una previsione”. Nè dato infondato nè previsioni, a volte le voci corrono troppo veloci