Poche idee, ma ben confuseQuell’anticipo di simpatia

Perciò ognuno è libero di contraddirmi. Chiedo solo alle lettrici e ai lettori quell'anticipo di simpatia senza la quale non c'è alcuna comprensione. Con queste parole Benedetto XVI chiudeva la pre...

Perciò ognuno è libero di contraddirmi. Chiedo solo alle lettrici e ai lettori quell’anticipo di simpatia senza la quale non c’è alcuna comprensione.

Con queste parole Benedetto XVI chiudeva la prefazione al suo primo libro su Gesù di Nazaret. Scriveva quel libro da studioso e da studioso lasciava ciascuno libero di contraddirlo. Chiedeva solo un anticipo di simpatia, ovvero quello stato psicologico di condivisione di un sentimento, di un emozione, che non può che essere l’inizio di ogni relazione. Anche una relazione necesariamente mediata come quella che esiste tra un autore ed un suo lettore, tra uno studioso ed un suo collega, o tra un pastore ed il suo gregge.

Mi sono venute in mente queste parole ieri quando, pochi minuti dopo che Papa Francesco si era affacciato dal balcone di San Pietro, già si era messa in moto la potentissima macchina del fango che sa essere facebook. Chi fosse il nuovo papa poco importava, quello che contava era spezzare sul nascere la possibilità di creare quella simpatia, prima che facesse breccia.

Mi vengono in mente queste parole ogni volta che leggo i commenti ai post miei e dei miei amici su il Fatto Quotidiano il cui grado di violenza verbale e disprezzo per gli autori dei post di alcuni commentatori è inversamente proporzionale alla capacità e/o volontà di comprensione di quanto è stato scritto. Le parole usate come pietre, per lapidare sul nascere la possibilità di parlarsi.

Mi vengono in mente queste parole quando, e succede spesso, leggo referee reports che celano dietro l’anonimato del sistema peer review una cattiveria inutile ed una volontà di prevaricare l’autore, senza davvero prestare ascolto agli argomenti che egli ritiene di portare. La revisione tra pari, separati dall’anonimato, spesso finisce con il mortificare quel senso di appartenenza ad un comunità scientifica condivisa.

Augurandomi che qui, oggi, mentre leggete questo breve testo, mi concediate quello stesso anticipo di simpatia mi riprometto di fare altrettanto, ogniqualvolta mi troverò a leggere, ascoltare e giudicare. E se vi accorgerete che starò venendo meno a questo impegno, vi chiedo di ricordarmi questo post. Con simpatia.

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