Sarà Grasso il Presidente della “concordia”?

L’eco dell’elezione dei Presidenti delle Camere è ancora molto forte, specie adesso che le consultazioni del Presidente della Repubblica sono entrate nel vivo a partire dall’audizione di Laura Bold...

L’eco dell’elezione dei Presidenti delle Camere è ancora molto forte, specie adesso che le consultazioni del Presidente della Repubblica sono entrate nel vivo a partire dall’audizione di Laura Boldrini e Piero Grasso.
Che cosa dobbiamo aspettarci dai due nuovi Presidenti? Molto emerge dai loro discorsi di insediamento. Della Boldrini abbiamo già scritto. Adesso tocca al Presidente del Senato. Ecco una lista delle parole chiave che caratterizzeranno la sua azione, nella lettura del progetto Voleteilmiovoto.

La prima parola chiave è “bisogno”.
Grasso appare consapevole della gravità del momento storico in cui ci troviamo. L’Italia ha “bisogno di risposte rapide ed efficaci all’altezza della crisi economica e sociale, ma anche politica”, ha bisogno allo stesso tempo di “concordia” e “pace sociale”. Come aveva fatto in passato Aldo Moro nel suo tempo, anche la classe politica attuale dovrebbe comprendere “il bisogno e le speranze di rigenerazione” che animano e tormentano la società italiana. In una condizione di bisogno si trovano prima di tutto le istituzioni: si va dalle istituzioni penitenziarie (“ che hanno bisogno di interventi prioritari”) alle istituzioni sul territorio, primi tra tutti i comuni – che hanno bisogno di “ossigeno” (leggi: risorse) da parte dello Stato per garantire i servizi essenziali.
Per rispondere a questi impegni, prima di tutto la stessa politica “ha bisogno di essere cambiata e ripensata dal profondo, nei suoi costi, nelle sue regole, nei suoi riti, nelle sue consuetudini, nella sua immagine”.

Un altro grappolo di parole è quello composto da “Paese”, “storia” e “nostro”.
Al centro del discorso di Grasso sta proprio il futuro del nostro Paese. Un appello che raccoglie la speranza e l’apprensione dei cittadini e fa tesoro della storia comune. Un appello che è quasi un richiamo alla comunità nella quale viviamo e al destino che riguarda tutti gli italiani. Un appello che si traduce prima di tutto in un impegno personale: “interpreto questo mio nuovo e imprevisto impegno con spirito di servizio per contribuire alla soluzione dei problemi di questo Paese”. E che si iscrive in un firmamento preciso – storico e istituzionale – rappresentato da un altro grappolo di termini chiave: “Stato”, “Costituente”, “Repubblica”, “Istituzioni”.

Nel discorso di Grasso ha un ruolo fondamentale, poi, la “vita”, termine nel quale la biografia personale (nella quale è forte l’esperienza professionale) si sovrappone alle biografie di cittadini ‘eccellenti’ che hanno dato un importante contributo al Paese, fino al sacrificio estremo.
Come il sacrificio sul fronte antimafia di tante “persone innocenti uccise nel pieno della loro vita” e, in particolare, di persone come Giovanni Falcone e Francesca Morvillo e gli agenti della scorta. Ma ha parlato anche di tutti quei giovani che “vivono una vita a metà”. Di sé dice: “ho dedicato la mia vita alla lotta alla mafia in qualità di magistrato”, adesso, il nuovo incarico di Presidente del Senato, perché “la vita riserva sempre delle sorprese”.

Una grande importanza assume, poi, la parola “cittadini”.
Piero Grasso pensa ai cittadini che seguono con apprensione i lavori del Senato e alle cui attese la politica deve rispondere con i fatti, cosciente della sfida. Pensa ai cittadini attivi e responsabili che la scuola deve formare, ai cittadini portatori di diritti, esigenze e bisogni a livello territoriale e in Europa, a tutti quei cittadini infine che – appartenenti alle forze dell’ordine, sindacalisti, politici, amministratori locali, giornalisti, sacerdoti, imprenditori, magistrati – sono stati vittime della criminalità organizzata.

Per questi cittadini serve certamente più “giustizia”.
Una parola certamente un po’ scontata nelle parole di un magistrato, ma allo stesso tempo una parola che è risuonata in varie sfumature nel discorso di Grasso. Giustizia per i diritti delle persone. Giustizia nel senso di maggiori strumenti per combattere la corruzione e rafforzare la magistratura. Giustizia sociale in un momento di forte crisi economica.

L’ultima parola ricorrente che possiamo utilmente segnalare è “aula”.
Più volte l’aula del Senato è ritornata nella parole del nuovo Presidente. Un luogo che ispira e stimola l’impegno: un affresco sulla sua volta cita le parole “giustizia”, “diritto”, “fortezza” e “concordia” (proprio il richiamo alla ‘concordia’ potrebbe essere decisivo in vista di un possibile incarico per la formazione del Governo). Un luogo al quale i cittadini guardano con rinnovata speranza. Un luogo che deve diventare “casa di vetro”, dunque aperta e trasparente. Un luogo, infine, nel quale deve risuonare la forza della “coscienza” di ciascun senatore nell’esercizio dei compiti che l’attendono.

Se si pensa alla composizione del Senato come emersa dalle urne, in quell’aula si giocheranno davvero le sfide decisive.

@vittorioferla

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