«So tutto di voi, per gli incarichi istituzionali che rivestivo, ho guidato i servizi, conosco i vostri segreti». Così parlò Scajola lo scorso dicembre indirizzato ai dissidenti liguri della sua linea interna al Pdl. Negli stessi giorni la Direzione Distrettuale Antimafia di Genova portava a termine una importante operazione antimafia contro la ‘ndrangheta nell’estremo ponente ligure.
Nell’ ambito di una indagine che coinvolge lo stesso ex ministro berlusconiano gli investigatori hanno sequestratodocumenti proprio dei servizi. Secondo quanto riportato dal Secolo XIX, il «decreto di convalida del sequestro» firmato sabato pomeriggio dal pubblico ministero Alessandro Bogliolo parla chiaro: «In particolare – scrive- risulta essere stata sequestrata un’annotazione di polizia giudiziaria della stazione carabinieri di Imperia, documento che doveva trovarsi presso gli archivi del comando provinciale e che Scajolanonaveva alcun titolo legittimo alla detenzione; risulta sequestrato un appunto (sconoscesi la provenienza) contenente stralci d’intercettazioni telefoniche riferibili a fascicolo penale aperto dalla Procura di Roma».
Continua poi il provvedimento del pm Bogliolo, descrivendo la documentazione sequestrata «atti di un procedimento penale avviato in seguito a denuncia di privato contro l’allora presidente del consiglio Silvio Berlusconi; altra documentazione riferibile a pratica del Comune di Imperia (ipotesi di trasferimento di ufficio probabilmente di qualche dirigente o funzionario); documenti classificati “riservati” provenienti dal Ministero dell’Internoenote dei servizi segreti».
Coinvolto in uno dei documenti sequestrati sarebbe proprio Eugenio Minasso, uno dei destinatari dell’avvertimenti di Scajola: l’informativa del12 gennaio’ 98 – riporta sempre il Secolo XIX – scrive riguardo Minasso «Alcuni mesi orsono – scriveva il maresciallo dell’epoca Mauro Bosticco – fonte confidenziale dicomprovata attendibilità riferiva che alcuni personaggi di spicco del mondo imprenditoriale, commerciale e politico, erano dediti all’uso di sostanze stupefacenti, nella fattispecie cocaina,cheacquistavano da individui estranei ai “giri” più volte oggetto d’indagine da parte delle forze di polizia, tanto da rivelarsi veri e propri insospettabili».
Minasso si giustifica ai cronisti del quotidiano ligure «È una vicenda molto vecchia – commenta – nata quando una persona di cui ero effettivamente molto amico venne fermata con un po’di droga e raccontò cose non attendibili agli inquirenti, forse per cercare di salvare se stesso. Però tutto si fermò lì».
Erano questi i documenti che Scajola agitava nella strigliata ai dissidenti del Pdl ligure? Certo è che tra Scajola e Minasso negli ultimi tempi sono spesso finite tra le carte degli inquirenti. Entrambi sono stati infatti sfiorati, proprio nei giorni del dissidio dello scorso dicembre dall’operazione dell’antimafia nominata “La Svolta”.