Mentre il direttore finanziario di Air France dichiara che Alitalia sarà senza soldi e nei guai prima di Natale (chi disprezza vuol comprare?), suscitando il risentimento di Roberto Colaninno, il vettore italiano trova il tempo di fare ricorso contro la concessione a Emirates del diritto di volare fra Milano Malpensa e New York. Assaereo, che è il ramo di Confindustria in cui sono raccolti quegli zombie che sono le linee aeree italiane, tutte con almeno un piede nella fossa, si unisce in coro alla protesta.
Perché si lamenti Alitalia è difficile capire, cinque anni fa ha riportato a Roma quasi tutti i suoi voli intercontinentali, conservando a Milano appunto solo la rotta per New York, qualche volo settimanale per Tokyo e qualche altro dapprima per San Paolo, poi per Miami, ora nemmeno quelli. Resta difficile pensare che vita o morte di Alitalia, una linea aerea sulla cui sopravvivenza è pubblicamente scettico il socio principale, possano dipendere da un concorrente in più sulla Milano-New York.
Emirates ha annunciato un volo giornaliero, in cui sarà disponibile anche la Prima Classe, mentre Alitalia ha volato questa rotta per anni solo quattro giorni la settimana e solo ora (effetto benefico dell’ annunciata concorrenza?) ha deciso di aumentare la frequenza, mandando a New York quell’ unico aereo che fin qui si divideva, un giorno alla Grande Mela e l’ altro giorno a Miami.
La rotta è aperta da anni a qualsiasi linea aerea europea o americana, infatti ci sono i tre vettori USA più importanti (Delta, American e United) e, in conseguenza dello scarso impegno, Alitalia ha meno del 20% dei passeggeri dei voli diretti da Malpensa, per non contare i tantissimi altri che volano, soprattutto da Linate, facendo scalo a Londra, Parigi, Francoforte eccetera per avere più scelta d’ orari e opzioni più lussuose ed è proprio per dare risposta a questa domanda insoddisfatta che Emirates vuole far proseguire per New York, nel pomeriggio fin qui scoperto, uno dei suoi tre voli da Dubai. La scelta dell’ orario permetterà anche di raccogliere passeggeri in transito, approfittando del sistema ViaMilano, che è particolarmente adatto ai voli a metà giornata.
I soci di Assaereo non sono mai stati interessati a volare da Milano a New York e Alitalia ha fin qui lasciato l’ 80% del mercato diretto alle linee aeree USA e il 100% di quello indiretto, non facendo nulla per attirare sul proprio volo passeggeri in transito da altri aeroporti, ma non si vuole qualcuno possa volare sull’ aereo Emirates, che sarà pure parzialmente occupato da passeggeri che voleranno da Dubai a New York. Perché?
La spiegazione è che Alitalia si veste del suo essere privata quando le fa comodo e allora ottiene una mancia quando instrada per Parigi o Amsterdam, sugli aerei Air France e KLM, i passeggeri per New York che fa partire da Linate prendendo in giro le normative, ma quando le fa diversamente comodo indossa l’ abito di compagnia aerea nazionale e reclama il diritto ad essere difesa dallo straniero invasore.
Alitalia si è ritirata a Roma, lasciando il mercato di Milano e del nord Italia al socio francese, che è quello che vuol difendere ora quando richiede la tutela dell’ italianità. Proprio perché la sua situazione è molto seria, sarebbe auspicabile un comportamento più serio e soprattutto più costruttivo. Speriamo che il nuovo Amministratore Delegato Del Torchio sfugga finalmente a questi inutili sotterfugi, quanto allo Stato, rifiuti di sottomettere gli interessi dei passeggeri e degli aeroporti a quelli che non sono nemmeno di Alitalia, ma di soggetti esteri. L’ interesse nazionale non coincide necessariamente con quello di Alitalia.