Qualcuno dice di averli sentiti aggirarsi, a passo lento, per i corridoi. Qualcuno giocherebbe un intero patrimonio sulla loro esistenza. Qualcuno, semplicemente, ne ha paura. E, per questo motivo, non vuole nemmeno rischiare di incontrarli.
Fantasmi, spiriti inquieti che si aggirano per una vasta e imponente residenza. Sembra la quarta di copertina di un romanzo gotico. Eppure a volte la distinzione tra fiction e realtà è labile; tutto ciò infatti succederebbe al numero 3-1 di Nagatacho 2-chome (particolare indicazione del blocco di quartiere nel sistema postale giapponese) a Tokyo. Qui non si trova una qualunque casa infestata da leggenda metropolitana, ma il sori daijin kotei, la residenza ufficiale del Primo ministro del Giappone, la Downing street del Sol Levante.
Tutto è nato dal “ritardo” nel trasloco del primo ministro Abe Shinzo, in carica da ormai 5 mesi. Cosa che ha fatto insospettire l’onorevole Kagaya Ken, un parlamentare del Partito democratico, oggi all’opposizione; al punto da spingerlo il 15 maggio scorso a chiedere al governo un parere ufficiale sul fatto: «Ci sono i fantasmi nel kotei?».
Una domanda che continua a restare inevesa; anche se ieri, qualcuno tra le fila del governo, ha deciso finalmente di esporsi. «Se potessi dirlo, risponderei forse…», ha candidamente ammesso il capo segretario di gabinetto Suga Yoshihide in conferenza stampa, alla domanda di un giornalista che ha riproposto la domanda sulle presenze sovrannaturali nei corridoi della residenza ufficiale del capo del governo.
Un’uscita, quella del primo portavoce del governo, che ha suscitato l’ilarità, ma non ha sciolto i dubbi. E, come spesso capita in Giappone, al contrario, ha contribuito a infittire il mistero. «Non capisco – ha spiegato alla stampa Kagaya – perché Abe non si sia già trasferito. La prima volta che era stato capo del governo, in dieci mesi, aveva sempre vissuto nella residenza ufficiale». L’assenza di Abe dal kotei, che si trova di fianco al kantei, l’ufficio operativo dei primi ministri nipponici, ha spiegato inoltre Kagaya, pone dei problemi dal punto di vista della gestione delle crisi. «[Se abitasse nella residenza ufficiale, ndr] riuscirebbe a intervenire subito in caso di situazioni impreviste».
Per qualcuno, non può che essere colpa delle presenze ultraterrene che infestano il palazzo. Presenze, peraltro, decisamente ingombranti e che ci riportano indietro di circa ottant’anni nella storia giapponese contemporanea. Quelli che si aggirano nella casa, infatti, sarebbero gli spettri di ex primi ministri o loro collaboratori uccisi durante due successivi tentativi di colpo di stato (uno nel 1932 e uno quattro anni più tardi, nel 1936) da parte dei “giovani generali” dell’esercito giapponese, che in quegli anni spingevano per un’escalation militarista sul continente asiatico.
L’edificio, costruito nel 1929, negli ultimi 80 anni è stato ristrutturato e ammodernato: lavori per un totale di circa 90 milioni di euro, conclusi nel 2005. Ma, riporta il quotidiano sportivo Sports Hochi chi conosce bene il kotei sa che il segno di quei giorni di sangue è ancora forte. E non solo per i segni dei proiettili sui muri esterni. «La sala da bagno è piastrellata all’antica. Anche l’esposizione al sole è pessima. Il telefono del presidente è un congegno molto retrò. Non mi sorprende che si dica che lì dentro si aggirano i fantasmi». Pare infatti che un ex primo ministro, Mori Yoshihiro abbia visto uno spirito “in divisa militare”.
Fantasmi o no, di certo c’è che Abe è il premier in carica che ha vissuto il tempo più lungo lontano dal kotei: 150 giorni, oltre il record di 118 giorni dell’attuale ministro delle Finanze ed ex premier Aso Taro.
La ragione del mancato trasferimento sarebbe però diversa. E tutta di stile. Durante un recente pranzo, Abe si sarebbe infatti lasciato scappare che la residenza è “troppo vasta” e di non riuscire a concentrarsi. Ma le voci che vogliono Abe, il falco nazionalista, l’uomo che ha promesso di “riprendersi il Giappone” , l’uomo della politica monetaria spregiudicata, terrorizzato dai fantasmi della storia sono decisamente più attraenti.