Voi crescete quanti più sono i vostri incontri con la gente, quanto più sono numerose le persone a cui stringete la mano. Coltivate gli interessi della pace, della giustizia, della solidarietà, della salvaguardia dell’ambiente.
Il mondo ha bisogno di voi, per cambiare, per ribaltare la logica corrente che è logica di violenza, di guerra, di dominio, di sopraffazione.
Avete tanto da fare e vi invidio. Io sono arrivato al termine del mio percorso e invidio tutte le cose che voi avrete il tempo di fare, tutte le cose belle che avrete il tempo di realizzare, tutti i sogni che avrete tempo di fare diventare realtà.
Rimanete attaccati ai sogni. Non dimenticate mai, non cessate mai di alimentarvi di sogni.
Il mondo ha bisogno di giovani critici. Diventate voi la coscienza critica del mondo. Diventate sovversivi.
Attenzione leggetela bene questa frase di Don Tonino Bello: DIVENTATE SOVVERSIVI nel senso che non dovrete fidarvi di chi non incide la crosta dell’esistente.
Nino Caponnetto “Io non Tacerò” a cura di Maria Grimaldi – Melampo Editore
I libri si fanno leggere in momenti precisi della vita. E le pagine ti si aprono come il sole dietro le nuvole. Quando ti manca il fiato e sei in affanno se apri il tuo cuore alla poesia il tuo passo diventa di nuovo leggero e sicuro.
Siamo in nave. Onda su onda verso Genova. Uno stacco necessario che ci permette di ricomporre la densità delle emozioni e degli incontri.
Dobbiamo riprendere la scrittura del diario. Volutamente sospesa. Che per dire e per raccontare ciò che ti attraversa e segna nel profondo serve la giusta distanza. La giusta prospettiva.
Ci confrontiamo. Alberto propone che ciascuno scriva 10 parole che “contengano” e rappresentino i 3 giorni di incontri e strada in Vespa e libertà in Sicilia.
Ma prima della Sicilia occorre ritornare a Polistena. Come riprendere fiato e filo?
Al primo colpo e sicuro che sarebbero uscite le parole giuste Alberto prende un libro. Nell’incontro alle Piagge Massimo Caponnetto ci ha donato un libro che raccoglie discorsi, interviste, lezioni e scritti, preziosa eredità, offerta da suo padre Nino, nel suo andare instancabilmente per ogni dove negli ultimi 10 anni della sua vita. Soprattutto verso i giovani.
Pagina 210. Cabina 512. Ecco che ritornano i sogni. E rieccoci istantaneamente collegati a Polistena.
30 aprile 2013 ore 9.30. Antonio Presidente della Cooperativa Valle del Marro viene a prenderci e ci porta all’Istituto Tecnico “ Pegasus” dove Franco il Preside ci accoglie con un sorriso che ci avvolge. La sua scuola è splendida. 1000 studenti. Indirizzi diversi. Ottima organizzazione degli spazi. E soprese su sorprese per noi.
Conosciamo Don Pino de Masi. Piccolo di statura, un gigante della libertà. Non ci vuole molto ad intuire quanto il suo lavoro di questi anni abbia segnato la direzione della sua comunità verso i sentieri della giustizia sociale e della speranza.
Franco fa portare la Vespa di Alberto nell’auditorium dove incontreremo i ragazzi. Alziamo lo sguardo e vediamo lo striscione che hanno fatto per accoglierci. E già sono brividi. Poi i dolci preparati e serviti dai ragazzi, il saluto di tutti. Le Vespe del Vespa Club di Polistena esposte nell’atrio. Una meraviglia.
Eccoci a vent’anni di-vento in Vespa e libertà a raccontare di noi e del nostro viaggio. Eccoci a restituire il senso del nostro andare. Gli errori e le cazzate ma la gioia di esserci e di ricevere.
Il saluto e l’intervento del Preside Franco ci emoziona. Quando ci dona la targa stampata per ricordare il nostro passaggio sono lacrime calde. Don Pino ha potenzialità estrattive. Lo ascolti e ti viene voglia di prendere in mano una vanga e dissodare terreni. Seminare seminare nel dolore per raccogliere nella gioia.
Poi ecco gli interventi degli amici delle associazioni Anti racket e del Mitico Presidente del Vespa Club.
Antonio che aveva preparato il suo intervento con letture ed approfondimenti scegli di cambiare e di raccontare semplicemente l’esperienza della Cooperativa partendo dal suo stupore. Di essere quel giorno a parlare a ragazzi come lui vent’anni fa… stesso Istituto, stessi banchi. E stupirsi della strada fatta.
Lui e i suoi amici. “Sogni sognati” da Don Pino de Masi. Ha seminato nel dolore e oggi raccoglie nella gioia. A coloro che vogliono capire come si sconfiggono le Mafie, come si difende il territorio, si valorizza la cultura dei saperi e dei sapori, cosa vuol dire coraggio ed impegno consigliamo di andare a Polistena.
A breve sarà completata la ristrutturazione di un bene confiscato alla Ndrangheta. Una grandissimo edificio. Dove ci stava un bar e un locale notturno. Ed anche la sala punitiva per coloro che non allineati si permettevano di disubbidire.
Edificio che insiste su una piazza dedicata ad una vittima di Mafia. Piazza che oggi può riprendere a pieno titolo il nome che le era stato sottratto… tutti la chiamavano Piazza Petit Bijoux come l’omonimo bar mafioso.
Nella vita per cambiare la direzione delle cose occorre saper dire No e Si. I “sogni sognati” di Don Pino sono cresciuti con messaggi chiari. Dalla scuola materna alle superiori questi ragazzi hanno avuto buoni e preziosi maestri. E i frutti si vedono, la loro maturazione è la certezza di nuovi semi.
L’incontro si conclude con la visita all’Istituto. E’ impressionante la bellezza di questa Scuola. C’è anche un Planetario. E a mezzogiorno in punto ci perdiamo nelle stelle e riprendiamo a sognare. Grazie Franco grazie a tutti siete persone meravigliose. I vostri ragazzi crescono. Bravi. W la scuola Pubblica bene comune.
Bonji va con Antonio ad intervistare Don Pino in Cooperativa. Poi arriviamo noi.
Entriamo nel bene confiscato che a breve diventerà Ambulatorio di Emergency, luogo di formazione, spazio per l’ospitalità, bottega per la distribuzione dei prodotti della Cooperativa.
Ecco a tutti i demotivati dalla politica, dalla società, dalla Chiesa noi dedichiamo questa piccola grande lezione che Antonio ci raccontato prima di salutarci.
Molti anni fa, in un luglio torridissimo oltre 500 bambini e ragazzi nella piazza davanti al Bar Petit Bijoux. Il mafioso s’affaccia invitandoli tutti ad entrare per mangiare un gelato. Evidente tentativo per accreditarsi e farsi volere bene.
La risposta collettiva, assoluta ed irreversibile dei bambini fu un NOOOOOOOOOOOOOOOO
Ecco in quel No oggi si trova il Noi consapevole e determinato dei “Sovversivi” che in direzione ostinata e contraria ci hanno testimoniato esattamente cosa si deve e può fare Insieme. Per il bene comune. Per la libertà.
Via si va.
Anche se vorremmo fermarci per capire e ascoltare. In Calabria dobbiamo assolutamente tornare.
Via verso Villa San Giovanni. Sicilia bedda arriviamo.
Vero che la poesia di Machado dice che se sei in viaggio non hai una strada ma solo scie nel mare.
Con Alberto la scia è continua. Innata dose di lasciarsi indietro qualcosa. E di perderla e di ritrovarla.
A Palmi sarà per una buca o per altro.. sta di fatto che il cellulare vola via… e 10 km dopo tanto vale tornare a prenderlo.
si è previdenti quando conoscendosi si trova una soluzione alternativa ad una cosa che può succedere.
E su consiglio di Claudio per ogni tappa ciascuno di noi ha avuto l’agenda organizzata dei contatti di tutti.
Il riferimento telefonico di Alberto era il ponte di collegamento verso la moltitudine di persone che abbiamo sentito per organizzare incontri e passaggi. Stessa cosa per stampa e collegamenti vari.
Alberto accusa il colpo. Nella rubrica ci stava una agenda articolata. Poco male. Ci sono modi diversi per ritrovarsi. Il tempo deciderà chi e come. In Vespa e libertà.
Arriviamo all’imbarco. Ci siamo. Curva a curva le nostre mitiche Renata, Gigliola, Federica, Rosalia ci hanno portato lungo questo percorso in cui abbiamo incontrato una moltitudine di genti e luoghi meravigliosi.
Siamo pronti. Sicilia o cara. Primavera della speranza. Arriviamo.
5 Maggio 2013