Asia FilesIl senso di Kim Jong-un per la neve

Sarà forse il ricordo degli anni passati in collegio in Svizzera e la passione per  le Alpi o forse la competizione con i sudcoreani che nel 2018 ospiteranno i giochi olimpici invernali, comunque e...

Sarà forse il ricordo degli anni passati in collegio in Svizzera e la passione per le Alpi o forse la competizione con i sudcoreani che nel 2018 ospiteranno i giochi olimpici invernali, comunque entro il prossimo inverno anche la Corea del Nord avrà una sua stazione sciistica.

Un resort di prima classe, ha sottolineato la stampa di regime nel riportare la notizia della visita del giovane leader Kim Jong-un nel cantiere per esortare i soldati-operai a fare in fretta. Gli impianti del Masik Pass Skiing Ground si trovano a cavallo tra le province di Hamkyung meridionale e di Gangwon, con le vette più altre che toccano i 4.400 metri e nevi da novembre a marzo. Piste perfette per tutti i livelli, dai principianti ai più esperti.

Indiscrezioni sul progetto si erano avute già lo scorso gennaio. A parlarne con l’agenzia sudcoreana Yonhap fu Park Sang-kwon, direttore della casa automobilistica intercoreana Pyeonghwa Motors, creatura della chiesa del reverendo Moon. Secondo l’uomo d’affari nei piani di Pyongyang c’era l’intenzione di trasformare la città costiera di Wonsan in una zona turistica speciale. E come sottolineato dallo stesso “brillante leader” la stazione sciistica si trova a meta strada sull’autostrada tra Wonsan e Pyongyang.

Christopher Green su Sinonk prova ad andare un po’ in profondità sul perché di questo progetto. Se si guarda al coinvolgimento dell’esercito una prima ipotesi guarda agli impianti come un centro addestramento. Un’altra ipotesi lo vede come un luogo di villeggiatura per gli alti papaveri del Partito unico al potere, per le loro famiglie e per i turisti che il Paese eremita cerca di attirare.

Per capire l’operazione bisogna forse guardare alla propaganda come molte volte sotto la dinastia dei Kim. Lo sport piegato alla politica: mostrare le capacità nordcoreana nelle discipline invernali, con un occhio ai giochi che i cugini del Sud ospiteranno a Pyeongchang tra cinque anni.

Uno sforzo di auto-promozione in cui potrebbe giocare un ruolo di primo piano il Comitato per la guida dello sport istituito sulla scia dei buoni risultati alle Olimpiadi londinesi (quattro ori e due bronzi) e al cui vertice siede Jang Sung-taek, eminenza grigia del regime e zio del giovane Kim. Poi forse, tra cinque anni, se tra le due Coree ci dovesse essere una nuova ondata di distensione come quella dei primi anni Duemila, qualche gara potrebbe anche svolgersi a Nord del 38esimo parallelo. Per adesso pura fantapolitica sportiva.