Pd, anche sulla legge elettorale è guerra tra bande

C’è un Pd di governo, e un Pd di opposizione. Non è uno scherzo. Gli eredi dei Ds e della Margherita sono più divisi che mai. «C’è un’asse che si muove acriticamente rispetto al governo Letta», mor...

C’è un Pd di governo, e un Pd di opposizione. Non è uno scherzo. Gli eredi dei Ds e della Margherita sono più divisi che mai. «C’è un’asse che si muove acriticamente rispetto al governo Letta», mormora un renziano che preferisce restare anonimo. Un asse che vede in prima fila i lettiani duri e puri, le truppe di Dario Franceschini («Dario è un democristiano, sta sempre dalla parte dei vincitori»), e, per finire l’ex segretario Pier Luigi Bersani e l’attuale segretario Guglielmo Epifani. L’asse governativo sarebbe favorevole a una modifica del Porcellum, con uno sbarramento intorno al 40% per accedere al premio di maggioranza. In questo modo, spiega un bindiano, «si ripresenterebbe il problema dell’ingovernabilità, perché nessuno dei tre poli riuscirà a raggiungere il 40%».

Ecco perché renziani, dalemiani, veltroniani, bindiani, e, da oggi anche i fioroniani, si dicono contrari a una riforma “light” del Porcellum. E vorrebbero puntare sul semi-presidenzialismo alla francese con il doppio turno. Tutt’al più «potremmo tornare al Mattarellum», sbotta un dalemiano.

Ma i problemi in casa democratica non sono affatto finiti. La direzione nazionale sarebbe stata rinviata al 4 giugno. Le svariate anime mugugnano sul nuovo segretario: «Epifani non ha ancora nominato i componenti della segreteria, e chissà quando la farà…». Quello della segreteria è un nodo difficile da sciogliere, e il neo segretario, secondo alcune fonti de Linkiesta, «vuole fare una cosa nuova, svincolandosi dall’abbraccio mortale con Renzi». Ma assicurando almeno un franceschiano, un bersaniano, e, ovviamente, un lettiano. Insomma, la guerra a Largo del Nazareno deve ancora iniziare.

Twitter: @GiuseppeFalci

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