Per la prima volta in Italia viene contestata l’associazione di tipo mafioso a un’organizzazione di soli romeni, responsabili secondo la procura di Torino, di associazione per delinquere di tipo mafioso, traffico di stupefacenti, sfruttamento della prostituzione, riciclaggio, estorsione, ricettazione, falsificazione di carte di credito e di bancomat, contrabbando di tabacchi lavorati.
Il blitz partito all’alba e terminato poche ore fa dalla Squadra Mobile di Torino e dal Servizio Centrale Operativo della Polizia di Stato di Roma, ha permesso di rintracciare con la collaborazione della polizia romena quindici dei diciassette ricercati, tra cui il capo dell’organizzazione , in contatto con un altro pericoloso latitante residente in Romania ricercato da otto anni per una condanna a dieci anni di reclusione per violenza sessuale e sfruttamento della prostituzione.
L’indagine partì nell’aprile del 2012 in seguito al pestaggio di un buttafuori di nazionalità romena con calci, pugni e bastoni, oltre alle minacce. Da lì gli uomini della Mobile di Torino riescono a individuare una vera e propria organizzazione mafiosa organizzata gerarchicamente, e che sotto il profilo penale corrisponde alla configurazione del reato di associazione mafiosa.
L’organizzazione avrebbe agito nel capoluogo piemontese almeno dal 2009, tenendo principalmente sotto scacco i cittadini romeni non affiliati alla struttura criminale.
Un collega siculo ripete sempre che loro al sud sono più fortunati: «almeno noi qui in Sicilia abbiamo Cosa Nostra e basta. Voi al nord siete più sfigati e non ve ne accorgete, perché oltre alla ‘ndrangheta avete tutte le altre mafie italiane comprese quelle straniere, e qualche ‘nordico’ gli apre pure le porte». Ha ragione. E secondo i pm di Torino anche in punta di diritto.
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