Asia FilesYingluck alla Difesa. Con l’aiuto di Thaksin

Secondo Forbes è la 31esima donna più influente del mondo, anche se su di lei continua a pesare l'ombra del fratello maggiore, l'influente Thaksin. Anche grazia a lui, Yingluck Shinawatra, primo mi...

Secondo Forbes è la 31esima donna più influente del mondo, anche se su di lei continua a pesare l’ombra del fratello maggiore, l’influente Thaksin. Anche grazia a lui, Yingluck Shinawatra, primo ministro thailandese, potrebbe aggiungere un ulteriore tassello al suo curriculum di rilievo. Ha infatti programmato un rimpasto di governo, da cui dovrebbe uscire con il doppio incarico: primo ministro e titolare della Difesa.

Una scelta basata sul «principio di adeguatezza» , riporta oggi il quotidiano thailandese The Nation. «Il governo è in carica da quasi due anni, quindi è assolutamente ragionevole che ci sia un rimpasto a questo punto», ha spiegato il portavoce del governo di Bangkok Pakdiharn Himathongkham. «Un tocco di magia per il governo», ha ironizzato Pakdiharn, che ha difeso i probabili nuovi incaricati dalle critiche dell’opposizione. Gran parte dei nuovi membri dell’esecutivo sono infatti ex collaboratori del fratello maggiore di Yingluck ed ex primo ministro Thaksin Shinawatra. «Contribuiranno all’efficacia del nuovo governo».

Ex poliziotto diventato magnate delle telecomunicazioni e infine unico primo ministro della storia della Thailandia a concludere il proprio mandato, Thaksin è ancora uno dei personaggi più influenti della politica thailandese, soprannominato il “big boss”. Deposto a fine 2006 da un colpo di stato militare, da allora Thaksin ha sempre vissuto in esilio tra Londra e Dubai. In patria non può quasi più mettere piede perché condannato al carcere per corruzione nella gestione della vendita delle azioni di famiglia nel colosso delle telecomunicazioni Shin Corp, ma continua a godere di un notevole supporto popolare e, soprattutto, di un governo di cui è azionista di maggioranza.

Yingluck Shinawatra in campagna elettorale nel 2011. Foto credits: asiapacific.anu.edu.au

Yingluck, già manager nell’azienda del fratello, è già nella storia del suo paese. Quando nel 2011 è stata eletta a capo del governo, è diventata non solo la prima donna a occupare quel ruolo, ma, a 45 anni, anche la più giovane premier thailandese. Da domani potrebbe essere il primo ministro della Difesa donna. E come sempre quando si parla di Yingluck, c’è chi sostiene che ci sia lo zampino del “big boss”, Thaksin e chi invece le riconosce leadership e abilità politica. Tra questi il generale Prayuth Chan-ocha, che qualche tempo fa al Bangkok Post aveva svelato di essere «impressionato dalla performance politica» di Yingluck.

E, in effetti, a Yingluck va riconosciuta una certa abilità nel tenere insieme le diverse anime dell’elettorato thai – le camicie rosse fedeli al fratello Thaksin, i monarchici e le camicie gialle che fanno capo all’ex primo ministro oggi all’opposizione Abhisit Vejjajiva – e nel far pesare maggiormente il ruolo internazionale della Thailandia, tra le economie più dinamiche dell’area asiatica. A marzo scorso la Thailandia ha ospitato un summit internazionale per porre fine al commercio illegale di animali e Yingluck ha avuto il suo momento.

Poi, la difficile gestione del conflitto nel Sud del Paese, per cui Yingluck ha voluto interpellare la vicina Malaysia in un tentativo complesso di mediazione con gli indipendentisti musulmani: oltre 5mila morti il tragico bilancio di una vera e propria guerra che dura da quasi un decennio.

Ora una nuova e pesante missione: tenere a bada l’esercito e limitare le ingerenze del Consiglio privato del re Rama IX, secondo molti dietro il colpo di Stato che 7 anni fa ha messo alla porta Thaksin. Colazioni, pranzi di lavoro regolari e poi il lavoro a stretto contatto a gestire il Comando per le Operazioni di sicurezza interna. Da quando è al governo, Yingluck ha sempre cercato di ingraziarsi i vertici militari del Paese. «Essere a capo del dicastero della Difesa non è certo un compito facile», scrive The Nation. «Yingluck avrà bisogno di un assistente esperto che la possa guidare e assistere e coordinarsi con i gerarchi dell’esercito». E Il “big boss” avrebbe già un suo nome.

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