Il Governo Letta sembra impantanato tra gravi problemi a cui dare risposte celeri e efficaci, i litigi di partiti come Pd e Pdl e all’interno degli stessi partiti (più evidenti nel Pd più mascherati a destra) e il rischio di unn ennesimo flop immobilista che non verrebbe accettato dai cittadini, pronti a ridare il voto ai 5 stelle per combattere la partitocrazia.
Come se non bastasse è dal governo Monti che si parla trasversalmente di fare riforme istituzionali senza che ci sia un accordo. Persino sulla legge elettorale, su cui c’è consenso unanime per la modifica (anche di chi scelse e votò il Porcellum in Parlamento a pochi mesi dal voto..) manca un accordo tra le forze politiche. La cosa più grave, però, è il mancato coinvolgimento dei cittadini in questo processo importante, dopo il fallimento di 20 anni di falsa Seconda Repubblica. Non si è voluta fare un’Assemblea Costituente per coinvolgere un’ampia fetta di elettorato e di forze politiche al dibattito e alle scelte costituzionali e di riforma elettorale, non si è rispettata la parola sull’ascolto delle forze politiche rimaste fuori dal Parlamento su questioni così delicate e nemmeno si è aperto un serio dibattito democratico sui media per far conoscere ai cittadini le opzioni e capire quale sia il loro punto di vista, le loro preferenze.
In realtà qualcosa c’è e si trova su internet. Sto parlando della Consultazione pubblica sulle Riforme Costituzionali sul sito http://www.partecipa.gov.it/. “Questa consultazione intende raccogliere il contributo dei cittadini sulle riforme costituzionali. (…) I risultati saranno pubblicati e potranno rafforzare il processo di revisione costituzionale”, così scrivono sul sito istituzionale della Presidenza del Consiglio dei Ministri. Potete partecipare fino all’otto di ottobre alla compilazione di due questionari (uno più breve l’altro più approfondito) in cui vi verranno chieste opinioni e preferenze su alcune questioni dirimenti come la forma di governo (presidenziale o parlamentare), le province (abolirle, ridurle o mantenerle), referendum e petizioni popolari eccetera.
Sicuramente è un passo avanti verso la democrazia diretta, per lo meno nell’ottica del coinvolgimento dei cittadini nelle decisioni importanti della vita del Paese, infatti come scrivono anche sul sito “Per cambiare il Paese è importante il contributo di tutti, anche il tuo”.
Questo sito però è poco pubblicizzato (chissà perché) e va detto che non ha un carattere vincolante per il governo né per il Parlamento. Un’Italia migliore è un’Italia che discute alla luce del sole del suo futuro e dell’assetto politico-istituzionale che vuole avere. Promuovere la discussione pubblica e la presa d’atto delle opinioni e delle opzioni scelte dai cittadini è veramente un passo democratico, che ridà dignità al popolo in quanto decisore e sovrano delle scelte della Repubblica, cioé della cosa pubblica.
I partiti però continuano ad ignorare questo fatto e credono di poter decidere sempre per conto loro o per loro tornaconto, continuando a fare scelte sbagliate o peggio a non farne affatto, rischiando la paralisi mortale dell’Italia.
Intanto non fatevi scappare l’occasione e partecipate ai questionari di http://www.partecipa.gov.it/ dove c’è anche materiale informativo per poter comprendere meglio di cosa si sta parlando e su cosa si fa una scelta.