Stefano Blanco è in Cina per visitare alcune università, ecco le sue impressioni.
Sea turtle index così viene chiamato l’indice che ogni anno Bank of Communication (una delle più importanti banche cinesi) redige in merito alle principali destinazioni degli studenti cinesi per la formazione universitaria.
Presentato in questi giorni, il nome ufficiale sarebbe Bocom’s 80-city ma – ecco svelato l’arcano – si utilizza sea turtle, ovvero “tartaruga marina” perché, in cinese, è praticamente la stessa pronuncia di coming back from overseas.
Aldilà del folclore nominalistico, il fatto che una delle più importanti banche del Paese si preoccupi in quale modo di produrre un rating delle destinazioni universitarie non è casuale: in tutta la Cina, chi ha avuto esperienze internazionali continua ad avere un successo maggiore ed una maggiore considerazione del proprio curriculum.
Parallelamente ci sono città e sistemi formativi che attendono con una certa ansia i dati dell’index per capire quanta parte delle migliaia di studenti cinesi, fra quelli che ogni anno si muovono, potranno arrivare da loro. Dei circa cinque milioni gli studenti che, annualmente, nel mondo, vanno studiare in un altro Paese, entro breve almeno un milione sarà cinese, secondo le stime dello stesso governo di Pechino.
L’indice, che quest’anno pone Montreal, New York e Hong Kong come mete al top, ha un suo interesse specifico perché va a misurare anche aspetti considerati laterali ma strategici. Prende in esame il ritorno dell’investimento e gli elementi che lo possono influenzare come il mercato immobiliare di una data città o nazione, le esperienze di lavoro collaterali, il mercato del lavoro e gli incentivi per gli stranieri, qualità sociale e culturale dell’esperienza.
Ovviamente le famiglie tengono in grande considerazione la sicurezza delle destinazioni e il contesto internazionale in cui i propri figli si troveranno inseriti. Per le famiglie cinesi della classe media l’investimento in education si avvicina, in sempre più casi, a quello immobiliare in termini di valori assoluti.
Montreal, per esempio, sconta buoni college, un costo della vita basso, alta sicurezza sociale e una legislazione molto favorevole all’immigrazione altamente qualificata. Inoltre, gli investimenti immobiliari paiono interessanti e poco tassati per gli stranieri e la legislazione canadese consente a cittadini di altri Paesi con alta qualificazione di restare in Canada per tre anni, alla ricerca di un lavoro stabile.
Il Canada, come l’Australia, sono la dimostrazione che attraverso politiche mirate è possibile entrare in questo mercato dal grande futuro economico e sociale. Negli ultimi anni, metropoli come Boston, New York o Los Angeles pagano viceversa un costo molto alto per le tasse universitarie e una forte limitatezza di posti di lavoro essendo la crisi ancora pienamente avvertita, soprattutto coniugata con l’assenza di programmi specifici di visto per chi cerca lavoro.
Cresce ogni anno l’Asia, che con Hong Kong e Singapore, diviene una meta sempre più interessante per gli studenti di tutto il mondo. Prestigiose università sempre meglio piazzate nei ranking internazionali, forte sicurezza sociale e una situazione fiscale molto, ma molto, favorevole, combinata con un mercato immobiliare che consente ancora buoni investimenti rendono sempre più appetibili queste destinazioni.
La vecchia, cara Europa arranca….