Panda MomsNelle nostre mani di genitori

Non mi interessano le statistiche. Non mi interessa sapere esattamente quante donne vengono ferite o uccise da mani conosciute, e se ne vengono uccise di più in altri Paesi. Non mi interessa saper...

Non mi interessano le statistiche. Non mi interessa sapere esattamente quante donne vengono ferite o uccise da mani conosciute, e se ne vengono uccise di più in altri Paesi.

Non mi interessa sapere se muoiono più persone in incidenti automobilistici. Anche fosse, spiegatemi quale vantaggio ne avremmo. Quale sospiro di sollievo potremmo tirare.

Non mi interessa capire se i media stanno amplificando la realtà. Una morte è una morte, che se ne parli per una settimana o per un minuto. E una morte violenta ogni due o tre giorni mi sembra un dato preoccupante.

Non mi interessa la filosofia del “Sì, però”: sì, lui ha sbagliato, però lei…Sì, lui forse era violento, però lei ha esagerato. Con i “sì, però” si finisce con il dare un po’ di colpa anche alle vittime.

Non mi interessa disquisire sul termine “femminicidio”. Le parole sono importanti, ma lo sono molto di più prima che una donna venga picchiata o ammazzata.

Non mi interessa nemmeno più sottolineare come alcuni uomini facciano finta di non vedere e non sentire, quando si parla di violenza domestica. Sarà paura del problema, sarà indifferenza, sarà fastidio. Non importa. Se non volete parlarne, non parlatene. Ma almeno rendetevi conto che in alcuni casi il silenzio è colpevole.

Non mi interessa fare il processo ai social, e dire “Oh, signora, sapesse quanto è cambiato il mondo da quando c’è internet”. Questo è il nostro mondo ma soprattutto è il mondo dei nostri figli, i mezzi cambiano, le regole cambiano. Una volta se eri disperata entravi la sera al bar del paese e chiedevi aiuto al primo che passava, oggi magari posti le foto dei tuoi lividi sul tuo profilo Facebook, sperando che qualcuno ti aiuti a uscire da una situazione nella quale sei immersa.

Quello che mi interessa è cosa posso fare io, mamma di una bambina di 4 anni, perché lei possa crescere in un mondo più giusto. Insegnarle a rispettare e a esigere il rispetto. Insegnarle a riconoscere subito ogni tipo di violenza, fisica e psicologica. Insegnarle a non rispondere mai con la violenza, ma a correre a chiedere aiuto immediatamente. Insegnarle che essere vittima non è mai una colpa, o una vergogna.

Insegnarle che uno schiaffo non è solo uno schiaffo. È violenza.

Forse dovremmo capire che è tutto nelle nostre mani di genitori.

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