“È vietata la riorganizzazione, sotto qualsiasi forma, del disciolto partito fascista”
Così recita la Disposizione XII della Costituzione Italiana. L’attuale disciplina, la legge n. 152, del 22 maggio 1975, stabilisce all’art. 1 che si ha riorganizzazione del disciolto partito fascista “quando una associazione, un movimento o comunque un gruppo di persone non inferiore a cinque persegue finalità antidemocratiche proprie del partito fascista, esaltando, minacciando o usando la violenza quale metodo di lotta politica o propugnando la soppressione delle libertà garantite dalla Costituzione o denigrando la democrazia, le sue istituzioni e i valori della Resistenza, o svolgendo propaganda razzista, ovvero rivolge la sua attività alla esaltazione di esponenti, principi, fatti e metodi propri del predetto partito o compie manifestazioni esteriori di carattere fascista.”
E all’art. 4 configura il reato di apologia di fascismo: “Chiunque fa propaganda per la costituzione di una associazione, di un movimento o di un gruppo avente le caratteristiche e perseguente le finalità indicate nell’articolo 1 è punto con la reclusione da sei mesi a due anni e con la multa da lire 400.000 a lire 1.000.000. Alla stessa pena di cui al primo comma soggiace chi pubblicamente esalta esponenti, princìpi, fatti o metodi del fascismo, oppure le sue finalità antidemocratiche”.
Nonostante l’ordinamento italiano sia chiarissimo, continuano ad avere cittadinanza nel nostro Paese “associazioni” che fanno della lesione dei principi costituzionali sopra indicati, la ragione della loro miserabile esistenza. Se è possibile però aggirare, quantomeno legalmente, le regole costituzionali (altrimenti non si spiegherebbe come sia possibile che alcune di queste associazioni risultino addirittura regolarmente registrate, con tanto di atto notarile), dovrebbe essere un po’ più complicato il proliferare delle stesse via facebook, viste le regole imposte dal social network in merito all’incitamento all’odio e alla violenza.
Caso emblematico è quello della pagina “I Giovani Fascisti Italiani” (seguita da circa 63mila fan) che, nonostante le segnalazioni degli utenti, non sembra costituire alcun problema per facebook, che non ha intenzione di cancellarla proprio perchè, a suo dire, i contenuti non incitano all’odio.
Eppure basta sfogliare un po’ di link per rendersi conto di quanto siano mastodontiche le violazioni a quanto prescritto dell’ordinamento italiano.
Si va dal saluto fascista
ai commenti razzisti verso i rom
all’esaltazione degli scontri di piazza Navona
fino ad arrivare alla definizione della democrazia come il “Cancro della Società”
Come è possibile che facebook si dimostri così permissiva verso questi contenuti? E’ sul serio ammissibile che in Italia, il principale social network, ignori del tutto la cifra dell’odio e della violenza che il nostro Paese ha vissuto negli anni del ventennio fascista?
“Assistiamo a un revisionismo reazionario che apre la strada alla democrazia autoritaria, da noi e nel resto del mondo. Uno di quei cicli storici che dimostrano che anche la libertà ha le sue stagioni.[…] C’è stata una mutazione capitalistica, una rivoluzione tecnologica di effetto obbligato: ricchi sempre più ricchi, poveri sempre più poveri ed emarginati. È questa la ragione di fondo per cui la Resistenza e l’antifascismo democratico appaiono sempre più sgraditi, sempre più fastidiosi al nuovo potere. Padroni arroganti e impazienti non accettano più una legge uguale per tutti, la legge se la fabbricano ad personam con i loro parlamenti di yes-men” (Giorgio Bocca)
PS. un ringraziamento a Tomaski per la segnalazione