Hi-storyStoria: fotocopia o progetto?

Tra i corridoi degli Atenei girano sempre più studenti ai quali l’Italia sta ormai stretta, causa le poche possibilità che offre, la scarsa meritocrazia, il livello culturale sotto agli standard mo...

Tra i corridoi degli Atenei girano sempre più studenti ai quali l’Italia sta ormai stretta, causa le poche possibilità che offre, la scarsa meritocrazia, il livello culturale sotto agli standard mondiali.

La cultura è la più grande risorsa che uno stato può e deve offrire ai suoi giovani, perché essi un domani possano reggere il peso dello stato stesso, possano migliorarlo con competenza, lealtà e volontà.
Nel contesto odierno sembra quasi come se nell’antica Roma Cesare non avesse voluto i suoi addestrati a combattere, per timore che qualche d’uno gli sottraesse lo scettro del potere.
Come pensare di progredire allora? Come pensare di uscire dalla crisi nera che quotidianamente, poco a poco, distrugge il Paese?
Puntare sulla gioventù, non solo è cosa buona e giusta, ma è anche l’unica delle possibili chance che lo stato possiede, puntare su chi ha sete di conoscenza, di approfondimento, su chi ha grandi sogni e non ne fa di notte, ma di giorno, ad occhi aperti, stringendo i denti e cercando di realizzarli.

Perché lasciar scappare tante menti giovani e vogliose di essere saziate, in un continente lontano?
Perché lasciare che di nuovo sia “l’America” a saziare la loro fame di cultura?
Per quale motivo la Storia continua incessantemente a ripetersi?
L’abuso di potere ad esempio, perché attanaglia e corrompe a tal punto l’animo umano?
La Storia non ci ha forse insegnato per migliaia di anni, come la ricerca di potere fine a sé stessa non porti ad altro se non alla distruzione della società stessa?
Eppure, nonostante ciò, l’essere umano odierno non ha ancora imparato, o non è abbastanza forte da non lasciarsi vincere dal desiderio dello scettro. Un insegnamento negativo ci viene fornito, come ai bambini, perché non sia ripetuto, perché su di esso si possa migliorare, invece no, noi no, usiamo il negativo per riprodurlo, come fosse una fotografia, noi copiamo la Storia, anziché trarne esempio per migliorarci, preferiamo copiarla e avere il nostro scettro tra le mani, il nostro potere, ma se l’abuso di potere ha portato a ciò, c’è da chiedersi, quanta ignoranza c’è in chi persevera in questa direzione?
A quante migliaia di chilometri siamo da una democrazia che rientri a pieno nella sua stessa definizione, da una società che sia specchio di sanità, ordine e cultura?
La strada sembra essere ancora molto lunga.