Nella stagione televisiva 2013/2014 il calcio sarà di gran lunga lo sport più mostrato dalle reti televisive visibili in Italia. Dal prossimo 9 agosto fino al 13 luglio 2014 le partite che si potranno vedere in diretta saranno infatti circa 2000, ovvero circa 12 ore al giorno in media considerando che in 11 mesi ci sono circa 330 giorni (ovvero 6 partite al giorno) e che il format di una partita in diretta ha la durata di circa 2 ore. Poi occorre considerare le repliche e le trasmissioni di commento.
Agli altri sport rimarranno in pratica le briciole, proprio per mancanza di tempo a disposizione.
Principale responsabile dell’indigestione di calcio è la filiale italiana di Sky, che fa parte dell’impero televisivo mondiale di Rupert Murdoch. Già nella scorsa stagione Sky trasmetteva via satellite in Italia circa 1˙400 partite (il calcolo lo ha fatto Andrea Sorrentino su la Repubblica dello scorso 1 agosto) tra cui tutte quelle di Serie A e B e della Bundesliga tedesca, oltre a quelle di numerose Nazionali – e quest’anno ci saranno i Mondiali in Brasile. Nella prossima stagione si aggiungerà il marchio Fox, anch’esso parte dell’impero di Murdoch e marchio tra i più diffusi grazie ai 90 milioni di abbonati negli Usa e 1,6 miliardi di spettatori tra Sudamerica, Asia, Africa ed Europa.
Fox trasmetterà le partite di Liga spagnola, Ligue 1 francese e tutto il calcio inglese di vertice: Premier League, Fa Cup e Nazionale.
Tutta questa programmazione non ci sta in un canale televisivo solo, e infatti Fox ne utilizzerà 3, di cui 2 sulla propria piattaforma Sky e 1 altro sulla piattaforma Mediaset Premium. E, per non farsi mancare niente, attiverà pure dei siti internet visibili da computer, tablet e smartphone. A pagamento, com’è abitudine delle aziende di Murdoch, per i circa 5 milioni di abbonati che ha nel nostro Paese.
E le altre discipline sportive?
Resteranno ai margini. In altri canali sportivi come i 2 di Rai Sport in chiaroCalcio, Calcio in tv, Fox sport, Sky, Mediaset. Oppure a disputarsi lo spazio con il resto dei programmi sulle tv generaliste. Non proprio una bella notizia per la cultura sportiva degli italiani.