Con dispiacere si ritorna spesso su quel referendum IDIOTA passato furbescamente come referendum “dell’acqua pubblica” ingannando tanti, troppi, cittadini.
Esce infatti oggi un report dove si mostrano un po’ di dati e numeri (non flash-mob in piazza con cori e bandiere urlando “acqua bene comune”, ma numeri reali).
Allora: secondo voi, analizzando i dati di tutti i capoluoghi di provincia, si è notato che grazie al referendum l’acqua costa uguale o addirittura meno e che sono stati fatti grossi investimenti grazie ai quali le nostre strutture colabrodo non sprecano più quel bene preziosissimo?
NO, ovvio!
Al contrario negli ultimi 6 anni il prezzo dell’acqua è aumentato mediamente del 33% (in Puglia, governata da compagno bene-comune Vendola, il prezzo di quella destinata all’agricoltura è aumentato del 100%).
Il prezzo è raddoppiato anche in molte altre province soprattutto del centro Italia e in particolare in Toscana.
I sistemi di depurazione sono scarsi e arretrati e spesso i lavori volti a modernizzare questo aspetto sono la foglia di fico delle società con partecipazione pubblica che gestiscono la distribuzione (i risultati però non ci sono).
Ultima nota, la più dolorosa, la percentuale di acqua sprecata dalla gloriosa ed efficientissima gestione statale (ndr: statale ≠ pubblico) :lo spreco medio di acqua è del 33%, ossia su ogni tre bicchieri d’acqua le società controllate dal nostro stato ne inquinano o ne perdono uno intero!
Le città record sono L’Aquila, Cosenza, Campobasso, Cagliari e Latina (tutte sopra il 60% di sprechi, 2 bicchieri ogni 3 buttati nel cesso), ma si distinguono anche Trieste, Gorizia, Avellino, Pescara, Matera, Grosseto, Palermo e Siracusa, sprecandone il 50%, ossia 1 bicchiere ogni 2.
Ricordatevi due cose:
1) l’acqua è un bene troppo prezioso per costringerci a lasciarlo gestire esclusivamente agli uomini dello stato,
2) lo stato non è assolutamente sinonimo di pubblico e beni comuni.
Al contrario, c’è un settore che nel prossimo anno abbasserà i costi, ossia per noi le bollette saranno meno care, è il settore del gas, il quale farà risparmiare circa ad ogni famiglia il 12%.
Come si è riusciti a compiere questo miracolo di abbassare il costo delle bollette in Italia?
Semplice, passando da un regime di prezzo fissato dallo Stato ad un regime di (parola magica) mercato.
Domanda e offerta fissano il prezzo e ci sono aziende diverse in competizione tra loro.