Dopo una settimana d’immersione nella steppa mongola (dove ho visitato diversi siti minerari assieme ad alcune autorità governative mongole) sono rimasto disconnesso completamente dal mondo: niente telefono, né internet. Ieri sera, arrivando a Ulaan Baator, apprendo dal web gli sviluppi concernenti le vicende di B. e la giustizia.
Proprio due giorni fa, mi trovavo con un vice ministro mongolo a parlare di politica italiana. Mi ha fatto tante domande, non riusciva a capire che cosa stesse accadendo. Il solo fatto che un così giovane governo potesse rischiare di cadere, per una questione esterna simile, l’ha sorpreso e costernato allo stesso tempo. “Ma come…e la conferenza intergovernativa di questo autunno? E le cose che stiamo seguendo con il ministero dello sviluppo economico?” … Mettetevi nei miei panni. Che potevo dire?? Ho quindi cercato di spiegargli con parole semplici che cosa è il PD, il PDL e il new comer il M5S. Una bella impresa! dalla discussione è emerso uno scenario sconcertante e sconfortante, ma come si potrebbe descrivere la realtà politica italiana? Crisi economica, nessuna maggioranza chiara in un eventuale post governo Letta, le emergenze sociali ed economiche, il rischio default in autunno, etc.
Il commento che ho ricevuto è stato interessante. Anche in Mongolia nel 2008 si sono avute elezioni dall’esito incerto che hanno portato persino a scontri di piazza tra sostenitori del Partito Democratico e di quello Comunista. Come risultato si è avuta la formazione di un governo di grande coalizione che dopo 20 anni dalla costituzione della Repubblica, ha iniziato a mettere le basi delle grandi riforme che ora sono implementate e consolidate da un governo di chiara natura, guidato dal Partito Democratico che ha vinto le ultime elezioni del 2012. Allora, Italia, forza e coraggio! datevi da fare per creare le basi del cambiamento!
Infatti, è proprio interessante il parallelo con la Mongolia. Quello che percepisco nell’attuale governo mongolo, è la voglia di cambiare le cose, di rompere con il passato di immobilismo e di prevalenza di interessi personali e di parte. Sono anche loro passati da una transizione, 4 anni di equilibrismi e di distinguo, ma alla fine si è scelto per la svolta. In Italia siamo ostaggio delle lobby, e di una situazione che ha radici nelle ragioni per cui B. è sceso in politica 20 anni fa e siamo ora al culmine di un percorso ad ostacoli superati con leggi ad personam e provvedimenti ad hoc.
Ora siamo alla svolta: scegliere la via mongola e pensare al bene comune, lavorare per attrarre gli investimenti, fare le riforme per rilanciare il lavoro e l’economia, o prenderci in giro e sprofondare in un baratro greco/siriano che ci metterà ai margini dell’Europa per i prossimi decenni. E’ il momento per gli italiani di dire la propria, siamo in agosto, tutti in letargo, ma proprio in agosto sono accaduti i misfatti più gravi nella nostra Repubblica, cerchiamo quindi di svegliarci e di far sentire la nostra voce. Il mondo ci sta guardando e non è uno bello spettacolo.