Ci mancava zio Giovannino con il figlio (il cugino Conrad): ho interrotto il diario TOMMY WINKLEY
E’ andata così. Torno da Bromley Mountain il 27 mattina e vado direttamente in ufficio per incontrare gli ostili coreani, sempre difficili e diffidenti per altro. Risolvo il problema (non per niente ho fatto il corso di coreano l’anno scorso) e rilassato e ignaro… torno a casa MIA. Altro che. Già svoltando da Sheridan road e inoltrandomi nl mio giardino, mi arriva l’odore inconfondibile dek ragù del cugino Conrad, ma non basta, oltre che l’odore del ragù sento anche la voce gracchiante e quanto mai italiana dello “zì Giovannino”, il padre di Conrad. “DIOMIO”, mi dico disperato. Lascio la macchina in mezzo al prato e mi precipito all’interno, dove vedo, in cucina, i tre italo parenti, cugino Conrad, zì Giovannino e cugina Vallerya, intenti a preparare la “pasta al ragù”, spruzzando sugo di pomodoro su tutto il ripiano del piano cottura della mia cucina, impreparata a queste orde barbariche. “Ma che fate che fate che fate” mi metto a urlare, mentre loro mi stritolano in un triplice abbraccio. Insomma, siamo al 2 gennaio, notte fonda e qui è “little Italy”, con il bastardo di un Dick, riemerso da tutti i suoi guai più vispo che mai e John che ormai parla uno slang italo americano da far paura. Meno male che almeno Paul, spaventato da tanto rumore, se n’è andato. Tommy Winkley