Banchiere di provinciaIl nuovo insegnamento della Svezia ( e detto ‘sta settimana…)

No, tranquill,i non mi cimento nella polemica post apocalisse(?) di lunedì e non intendo nemmeno elencarmi nella lunghissima schiera dei Ct del giorno- dopo, mia moglie dice di avermi sposato anche...

No, tranquill,i non mi cimento nella polemica post apocalisse(?) di lunedì e non intendo nemmeno elencarmi nella lunghissima schiera dei Ct del giorno- dopo, mia moglie dice di avermi sposato anche perché non parlavo mai di calcio… Ho semplicemente seguito via streaming i lavori del Social Summit che si sono svolti il 16 novembre a Goteborg, in Svezia. Da quelli che potremmo definire come gli “Stati Generali della cooperazione europea” è emerso, infatti, un dato chiaro: la cooperazione contribuisce in maniera significativa alla crescita. In particolare, la cooperazione ha saputo dare risposte importanti cui l’Europa deve guardare.

…la cooperazione contribuisce in maniera significativa alla crescita. In particolare, la cooperazione ha saputo dare risposte importanti cui l’Europa deve guardare.

Goteborg – 16 novembre 2017

C’eran bisogno gli Stati generali per arrivare a tale conclusione? Per me no, per me nulla di nuovo. Lo sapevamo già. Ma capisco l’importanza delle pompose burocratiche liturgie, che l’epoca della narrazione trans-mediale richiede, per avere la necessaria visibilità, e consentire una corretta diffusione delle idee. Ma , torniamo a bomba, sapevamo benissimo di come il mondo della cooperazione abbia svolto un decisivo ruolo anticiclico anche negli anni più bui della crisi. E, in quanto cooperative, anche le Bcc hanno fatto la loro parte fino in fondo nel sostegno alle imprese, ma soprattutto, per Dna, alle piccole e medie imprese (mpmi dicono quelli bravi) .

E, in quanto cooperative, anche le Bcc hanno fatto la loro parte fino in fondo nel sostegno alle imprese, ma soprattutto, per Dna, alle piccole e medie imprese

È di alcune settimane fa invece la nota con cui Abi – ovvero l’Associazione bancaria italiana – parla dello sforzo fatto dal 2009 al 2017 per le Pmi. Dice che quasi 460mila aziende hanno avuto credito dalle banche. «Uno sforzo enorme», lo definisce Abi, in un momento in cui «l’economia italiana ha conosciuto una fase di recessione-stagnazione tra le più profonde e persistenti di quelle registrate negli annali delle statistiche economiche del dopoguerra». Nel mio piccolo, posso dire questo: quale banca e cooperativa, anche la mia Bcc ha contribuito al sostegno dell’economia reale. È stato concesso ( nello stesso lasso 2009-2017) credito a oltre 5.000 imprese che sono diventate nuovi clienti, con un aumento dei rapporti del 26%. L’intervento non è stato fatto solo sui “nuovi”, tanto che gli impieghi in questo periodo sono aumentati di oltre l’11%.

E se non li ha chiusi, dice Abi, il sistema banche, di certo non li ha chiusi il sistema del Credito Cooperativo, tanto da aver incrementato le proprie quote di mercato negli impieghi alle aziende arrivando al 18% della quota di mercato per le microimprese e a oltre il 23% per le Pmi e gli artigiani.

Non sono stati quindi chiusi i rubinetti. E se non li ha chiusi, dice Abi, il sistema banche, di certo non li ha chiusi il sistema del Credito Cooperativo, tanto da aver incrementato le proprie quote di mercato negli impieghi alle aziende arrivando al 18% della quota di mercato per le microimprese e a oltre il 23% per le Pmi e gli artigiani. Anche se con un po’ di rammarico per le sorti calcistiche della nostra nazionale, devo dire che dalla Svezia ci viene un nuovo insegnamento: di cooperazione c’è ancora bisogno. Forse oggi più di ieri, quando non si parla quasi più di crisi, ma ci si affida timidamente a parole come “ripresa” e “rilancio”. Ecco cosa ci dice Goteborg: la cooperazione sa dare risposte.

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