Paura, incertezza e sfiducia. Queste le parole d’ordine che vengono fuori dal Rapporto sulla situazione sociale del Paese che in settimana il CENSIS ha pubblicato. Fantasmi vecchi e nuovi si affacciano nel sentire della gente che sembra non avvertire affatto la ripresa che pure il Governo va tanto sbandierando a destra e a manca. Paura di cosa? Di non essere parte di un processo di ripresa, di non essere coinvolta in una possibile risalita verso una condizione economica e sociale più agiata. E questo è ancora più grave se lo si associa ad un altro dato allarmante: la straordinaria sfiducia nei partiti politici (84%) nel Governo (78%) nel Parlamento (76%) e nelle istituzioni locali (70%). I numeri sono impietosi, per alcuni noiosi, ma dietro i numeri io ci vedo le persone. Ci vedo la gente che non può arrivare a fine mese, ci vedo i giovani costretti ad emigrare manco fossimo nel dopoguerra e ci vedo gli anziani con la pensione sociale (per chi è riuscito ad averla). E la sfiducia va a braccetto con l’astensionismo che, piaccia o non piaccia, in Italia è saldamente il primo partito. Ma il CENSIS non dice solo questo. Una menzione speciale nella hit parade della sfiducia la merita la pubblica amministrazione: oltre il 50% degli italiani ritiene che la Pa abbia problemi di funzionamento. E io aggiungo: così poco??? La burocrazia e i ritardi e i mille imbrigli della Pa sono uno dei mali peggiori di cui si è ammalato il nostro Paese, dal tempo di Bassanini – e della sua famigerata riforma – in poi. Amministrazioni incapaci e persino dannose, dirigenti immobili e indifferenti, è questo il quadro desolante che ci consegna l’esperienza quotidiana del confronto del cittadino con la macchina amministrativa. E, dietro l’inadeguatezza, spesso si nasconde un male anche maggiore: la corruzione. Se la sfiducia nella politica tende la mano destra alla sfiducia nella Pubblica Amministrazione, sicuramente la mano sinistra è tesa verso la non conoscenza. Le fake news, ha ragione il Presidente Berlusconi, devono preoccuparci sul serio. Ne ho sentite talmente tante sui vaccini che potrei tranquillamente esercitare la professione in un pronto soccorso o almeno in un ambulatorio. E cos’è questo se non il frutto della non conoscenza? È mai possibile che nel 2017 abbiamo ancora bisogno di campagne di sensibilizzazione per vaccinare i nostri figli o, peggio ancora, per convincere i loro genitori che il vaccino non porta malattie gravi come l’autismo? E ancora, e giuro che smetto di dare i numeri, se per anni ci hanno detto che con la cultura non si mangia, di cosa ci lamentiamo se i nostri studenti risultano tra i meno preparati d’Europa? Con la cultura non solo si mangia, ma si vive e ci si difende. Con la cultura si affronta il mondo in maniera indipendente. La conoscenza e la competenza ci rendono liberi. Il presupposto fondante della tanto abusata meritocrazia è proprio la conoscenza. Senza la quale, ahimè, non si può raggiungere alcun auspicato cambiamento di rotta. I fantasmi sono dentro di noi da sempre, ma per fortuna ognuno può liberarsene. Il ruolo della buona politica è quello di liberare la società dagli spettri del passato e dagli effetti del malgoverno di questi ultimi anni. Perché la vera scommessa sulla ripresa, credetemi, parte da qui!
11 Dicembre 2017