Gli amici di Matteo Salvini (i primi ministri di Ungheria, Polonia, Repubblica Ceca e Slovacca) decantano con successo il risultato del summit europeo di fine giugno.
L’Italia dell’ex balilla padano esce sconfitta, nonostante i tentativi di mediazione di Angela Merkel, nella battaglia per la ripartizione dei rifugiati. Da ricordare che la metà dei rifugiati in Europa si trovano in Germania (dato spesso sottovalutato).
Con questa decisione chi arriva resterà nel paese di arrivo (Italia e Spagna).
A 30 giorni dal nuovo governo Conte la propaganda, o disinvolta semplicità, con cui #salvini ( e di rimbalzo i silenti deputati grillini) pensavano di risolvere problemi complessi s’infrange contro il muro eretto dall’amico ungherese Orban, amante dell’Europa che finanzia con progetti europei la crescita dell’est, sempre più luogo di delocalizzazioni delle industrie italiane, francesi e tedesche, ma restio ad accogliere i rifugiati, persino quelli politici (oltre a quelli economici).
Che tipo di amici frequenti Matteo Salvini è una domanda legittima. Di certo, può fare tutta la propaganda del mondo, inventare fake news come quando a gennaio in piena campagna elettorale pubblicò un tweet dove si parlava di invasione di immigrati mentre i numeri erano crollati, grazie agli accordi al limite della legalità con alcune tribù libiche del Ministro Minniti. Ma prima o poi i nodi verranno al pettine.
Nelle ultime ore sono morte 100 persone tra la Libia e l’Italia. Tre erano bambini, gli altri probabilmente sognavano qualcosa di meglio per la loro vita. Ma di questo il nostro Matteo non ha parlato dal palco di Pontida.
Eppure ha passato 3 mesi in inverno a raccontare come un immigrato che aveva visto morire una ragazza, dopo averle ceduto una dose d’eroina, avesse occultato il cadavere (facendola a pezzi per nasconderla in valigia). All’ epoca si sprecarono parole quali cannibalismo. Oggi invece neanche 3 minuti per raccontare di questi 100 sfigati nati in parti meno fortunate del pianeta.
La retorica del “aiutiamoli a casa loro”, le “ong che guadagnano sui salvataggi in mare” muore al centro del Mediterraneo. E muore perché è nient’altro che la finta soluzione, l’ennesima fake solution del nostro nuovo duce. Un ducetto che ha dichiarato, notizia della domenica, di voler durare 30 anni, dieci in più del suo maestro di nazionalismo. Visto come è finito il macho di Predappio e le macerie lasciate l’augurio è che non si vada oltre 1/10 del predecessore. E in modo pacifico.
L’estate è finalmente arrivata, la complessità dei problemi, come ci spiega ogni giorno Matteo, non esiste. È sempre colpa dell’altro.