E poi ci meravigliamo dei 370 gradi sui quali gira la ministra Lezzi. Sono anni che molti governi, compreso l’attuale, hanno esiliato la formazione e la ricerca nei margini considerandoli un costo più che un investimento.
l’Italia si conferma – osservando i dati dell’ultimo anno – tra i fanalini di coda su scala europea per investimenti in formazione: il 4% del Pil, sotto di quasi un punto percentuale rispetto alla media della Ue (4,9%) e poco più della metà di quanto investito da Danimarca (7%), Svezia (6,5%) e Belgio (6,4%). Una media che supera di poco la spesa totale dei privati, pari al 3% del Pil secondo le ultime rilevazioni Ocse.
Propongo qunidi di fare tanti passi indietro ed arrivare ai tempi nei quali la classe politica di oggi sedeva ieri sui banchi di scuola.: sarebbe interessante chiedere loro (a tutti da Leu a Fratelli d’Italia) se la loro vita è stata segnata da Dante e i tormenti della sua ricerca dell’amore o dallo stupore costante di geni come Leonardo Da Vinci, Einstein, Darwin; oppure ancora se gli eventi della storia hanno scolpito indelebilmente la loro coscienza civile – penso a Primo Levi, Churchill, De Gasperi, Eco, Croce – a tal punto da fare il passo più nobile ovvero servire il proprio paese nel governo della polis. Domande di senso che meriterebbero una risposta adeguata.
Ad ogni modo quella che viviamo è una crisi di scienza e coscienza che demolisce in un solo ciclo politico la storia e il dato scientifico. Dalle scie chimiche al no ai vaccini è tutto un “non so rispondere” alle esigenze di medici e ricercatori i quali – immagino – piangono per aver buttato all’aria anni di studio oggettivo a favore del soggettivo punto di vista di un esponente del governo (che sia di colore giallo o verde, non importa). Per non parlare poi della memoria ossia la coscienza di capire il presente solo alla luce della tradizione (in latino traditio signica “consegna”) di chi ci ha preceduto, i padri e le madri della nazione di ogni partito e colore, l’insieme dunque delle generazioni passate che hanno dato la vita per la democrazia e si sono tolte il pane dalla bocca per offrire benessere, crescita civile ed economica, voglia di futuro.
Questo è a mio avviso lo “spread” più pericoloso degli stessi mercati, il differenziale tra due italie e che va colmato con la massima urgenza se si vuole il cambiamento.
Questa forchetta accresce lo smarrimento e l’inquietudine e probabilmente sta risvegliando sussulti di opposizione nonostante l’inerzia delle forze di minoranza parlamentare.
La Torino che dice sì alla TAV, i giornalisti che si rifiutano di sentirsi trattare da puttane, i medici (elettori anche di lega e di cinque-stelle) che parlano da medici e non da ciechi attivisti, gli imprenditori che devono pagare l’assistenzialismo del reddito da sofà e sopratutto il mondo di chi studia e fatica per costruire un progetto esistenziale e professionale chiede ai propri governanti la decenza di fare politica con scienza e coscienza, di stare sul pezzo con cognizione della realtà e di non vendere fumo prendendo per i fondelli coloro che gli pagano lo stipendio.
Ecco siamo all’appello etico: siate opportuni e non pressappochisti funzionali poiché quel che fate è – citando uno spot di questi tempi – scienza non magia.