Notes da (ri)vedereAmbiente, aumentare le agevolazioni fiscali per le famiglie

Agevolazioni fiscali in discussione per salvaguardare l’ambiente. C’è molto dibattito su queste agevolazioni fiscali poiché non si evidenzia una determinata politica energetica, per ridurre il tasso di inquinamento in maniera drastica. Tutto comincia dopo il varo del disegno di legge di Bilancio 2022, approvato dal Consiglio dei Ministri e che riguarda anche i controlli di congruità sulle spese fiscalmente detraibili, per riaccendere il caso del Superbonus al 110%. Conviene ricordare che l’agevolazione fiscale per favorire l’energia green, già inserita nel Decreto Rilancio in piena pandemia, ha riscosso un grande successo e coinvolto nei lavori di miglioramento energetico degli edifici un gran numero di italiani. Anche dopo la proroga, un’indagine condotta da mUp Research e Norstat per Facile.it evidenzia come siano interessati circa 9 milioni di nuclei familiari a usufruire delle agevolazioni. Con Daniele Iudicone, co-fondatore di IMC Holding e Ceo di Fotovoltaico Semplice, intendiamo approfondire l’argomento per conoscere meglio la situazione del settore, al fine di comprendere le iniziative da mettere in campo per contrastare l’innalzamento climatico.

L’efficientamento energetico si combatte soltanto con misure fiscali agevolate come il superbonus?

«A mio avviso è necessario un grande impegno da parte delle imprese che operano nel settore, per informare e rendere il servizio offerto più chiaro e trasparente possibile, per andare a scardinare anche i timori più remoti delle persone. Sicuramente le misure fiscali sono un incentivo importante per favorire la transizione green, ma è indispensabile oggi informare e far capire al pubblico che, a prescindere dalle agevolazioni statali e fiscali, aprirsi alle energie rinnovabile rappresenta un’opportunità concreta per la salvaguardia dell’ambiente e un innegabile vantaggio economico, con abbattimenti sulla spesa energetica delle famiglie davvero considerevoli. Le imprese private che operano nel settore, quindi, hanno un ruolo determinante per rendere sempre più accessibile a tutti l’efficientamento energetico, per una reale transizione green del paese. Da diversi anni come Gruppo e in particolare con il brand Fotovoltaico Semplice stiamo cercando di comunicare in modo trasparente i vantaggi e i costi del fotovoltaico, prevedendo anche una copertura assicurativa nel remoto caso in cui l’impianto non producesse l’energia stimata in fase di valutazione».

Quali critiche avanza sulla politica energetica dell’Italia?

«Latente sul tema delle energie rinnovabili. Abbiamo vissuto un ottimo periodo quando erano disponibili i “conti energia” che prevedevano un compenso per ogni Kilowatt prodotto da energie rinnovabili come fotovoltaico ed eolico. Da qualche anno sono stati rimossi per volontà del Governo, ma in passato hanno saputo attrarre l’interesse di aziende e multinazionali nel settore, ingolosite dalle possibilità di guadagno dei contri energia. Le imprese, come la nostra, hanno investito tempo e risorse per promuovere la centralità, in quanto a vantaggi economici, per le famiglie del fotovoltaico, oltre alle ripercussioni positive per l’ambiente. La politica energetica di fatto sulle rinnovabili è debole. Pensando anche al superbonus, che prevede il coinvolgimento del fotovoltaico come elemento secondario associato al fattore trainante della pompa di calore, ci fa pensare che sia rientrato nei benefici fiscali più per un discorso di rilancio economico ed edile, che per una reale e lungimirante questione di transizione green del paese. Lo confermano anche gli ultimi sviluppi in tema di bozza della legge di bilancio, relativamente al prolungamento del Superbonus che non tiene conto, allo stato attuale, del fotovoltaico in nessuna forma di incentivazione. Il nuovo superbonus, oltre a tagliare fuori un numero elevato di abitazioni che hanno un isee maggiore ai 25.000€, testimonia di fatto come il fotovoltaico sia il grande escluso. Benissimo incentivare quindi la ripresa economica del settore edile, ma il governo sul tema delle rinnovabili in questo modo dimostra una certa miopia».

Cosa propone per abbattere le emissioni di CO2 in maniera strutturale e non con bonus spot, spesso a scadenza?

«Sono necessarie a mio avviso due transizioni energetiche. La prima riguarda la diffusione del fotovoltaico su tutto il parco di ville e villette italiane e l’avvio delle comunità energetiche (recependo a livello nazionale la direttiva Red2 dell’UE che agevola tra le altre cose anche la formazione delle comunità energetiche locali). Basti pensare ai tetti delle industrie che potrebbero ospitare grandi impianti fotovoltaici, utili a servire sia l’azienda, ma anche fornire energia a km 0 alle abitazioni nelle vicinanze. La diffusione di questi due aspetti comporterebbe un abbattimento delle emissioni di co2. Credo che per le aziende che operano nel settore sia importante agire in modo distaccato rispetto alle agevolazioni statali, per evitare di subire i cambiamenti che ne derivano. È molto più lungimirante diffondere la conoscenza dei vantaggi delle rinnovabili, per privati e aziende. È importante che il settore si impegni a formare personale qualificato, perché il superbonus ha evidenziato una grande carenza di professionisti e di materiali. Per fortuna come azienda non abbiamo vissuto questo problema, che ha bloccato altre realtà, perché produciamo in Italia i nostri pannelli Quantico e avevamo potuto contare su un ottimo approvvigionamento di pompe di calore, in modo da rispondere adeguatamente alla domanda di quest’anno. Il secondo aspetto per abbattere le emissioni di co2 riguarda le auto che dovranno essere elettriche, in modo che possano essere ricaricate dalle colonnine di casa, a loro volta alimentate dai pannelli fotovoltaici o dalle comunità energetiche, Si instaurerebbe un circolo vizioso che favorirebbe una maggior circolazione di auto non inquinanti e l’istallazione di più colonnine di ricarica in giro per le città. La transizione green a mio avviso deve partire dal basso, dalle villette e dalle aziende, insomma, da tutte quelle realtà in grado di ospitare sul proprio tetto un impianto fotovoltaico che, attualmente, si conferma come il principe delle rinnovabili».

Francesco Fravolini

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