Indignados, nel 99% delle città è filato tutto liscio

Indignados, nel 99% delle città è filato tutto liscio

NEW YORK – 15, 10, 2011, 951, 82, 99, 1. Basterebbero dei numeri a fare la sintesi della giornata di protesta globale che, partita da Wall Street, anzi ancor prima dalla Spagna, si e’ allargata oggi in maniera globale: il 15 ottobre 2011, in 951 citta’, in 82 stati, il 99% della popolazione, ha sfilato per dire no ad un’economia nelle mani di quell’uno per cento che gode dei vantaggi del denaro e del potere.
C’e’ finalmente il sole, a New York, dopo tre giorni di piogge torrenziali che hanno abbassato in maniera decisa le temperature e reso particolarmente difficile, agli occupanti di Zuccotti Park, di proteggersi durante la notte. Qui, infatti, non e’ permesso, per legge, montare tende o altro tipo di accampamento e tutto cio’ che resta sono i sacchi a pelo e fogli di plastica che spesso il vento fa volare via. Ma svegliarsi asciutti e’ gia’ un buon segno in una giornata importante come questa, in cui in tanta parte del mondo, si sta gia’ marciando, con slogan in lingue diverse ma con significato simile”. Molti si uniscono agli occupanti alle prime luci dell’alba, tutti pronti alla marcia. “La pioggia ci fa moltiplicare come i fiori”, scherza uno di loro. Sono galvanizzati, arrivano le prime notizie del successo di una protesta globale di cui sentono un pizzico di responsabilita’ ma non se ne dispiacciono.

Gli dispiace, invece, sentire di quelle violenze a Roma: Twitter ti consente di stare ovunque anche se sei a ancora mezzo addormentato nel tuo sacco a pelo a Zuccotti Park. L’atmosfera qui e’ tranquilla: venerdi pomeriggio alle 16 e’ scattato una sorta di “family sleepover”, con genitori che sono venuti a passare la notte con i propri figli per mostrare massimo supporto alla loro protesta. “E poi smettetala di chiamarci “protestatori” – dice uno di loro – noi siamo rivoluzionari e questo momento lo aspettavamo da tanto tempo”.

La prima marcia parte alle 11 diretta alla Chase Manhattan Bank: tutta la giornata, che ha ottenuto l’appoggio di moltissime organizzazioni e degli studenti delle scuole di ogni ordine e grado, e’ stata “spacchettata” per temi e obiettivi. Uno e’ appunto la Chase Manhattan Bank, gruppo JP Morgan, dove gli indignados invitano ad entrare per chiudere i propri conti correnti e trasferire i propri risparmi in una delle banche cooperative presenti in citta’. La rivoluzione con le piccole azioni, in pratica. Dopo una simbolica breve sosta alla Chase Manhattan Bank (con la polizia che ordina di “scorrere” perche’ sono vietati gli assembramenti che farebbero scattare le manette), la marcia si dirige a Washington Square Park dove e’ previsto anche il concentramento degli studenti e del gruppo che marcia contro la guerra. Contemporaneamente un concentramento e’ previsto al Bronx dove la polizia lascia aperti gli ingressi di accesso alla metropolitana per facilitare l’afflusso senza incidenti.

La marcia e’ pacifica e Washington Square viene “pacificamente invasa” al grido di “occupy a day, occupy a week, occupy wall street”. Le tv sono tutte li’, nessuno li ignora piu’ e loro chiedono che tutti diano una mano per continuare ad andare avanti, “anche mettere a disposizione una doccia per qualcuno di noi”. Ancora, la rivoluzione dei piccoli passi.
E’ ora di pranzo. Le nuvole hanno fatto capolino ma il tempo regge. Ora bisogna arrivare a Times Square. Perche’ e’ li, l’Occupation Party, sperando che il fumo di Roma, resti abbastanza lontano. (Angela Vitaliano)

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MADRID – Al grido di “Madrid sarà la tomba del sistema”, più di 300mila Indignados hanno tenuto fede alla promessa del #15O: una massiccia manifestazione d’affermazione del risveglio della cittadinanza contro il sistema politico sfila in una capitale “chiusa per lavori in corso”.
Diverse colonne di manifestanti, partite dai luoghi simbolo dei quartieri della capitale spagnola, hanno raccolto ad ogni angolo piccoli gruppi di Indignados ad ingrossare le fila del corteo. Pacifica, colorata e tanto indignata, la città simbolo del movimento europeo ha accolto ancora una volta migliaia di striscioni, cartelli e mani alzate simbolo della non-violenza del movimento.

C’è chi si è portato dietro il cimelio della tenda che ha abitato per mesi a Puerta del Sol, chi con un carretto-bacheca ha fatto sfilare i manifesti che fino a pochi mesi fa erano affissi alle pareti dell’accampata di Sol.
Nella sera del 15 ottobre Madrid non si stanca e continua a gridare con voce massiccia tutti gli slogan anti-politica e anti-sistema nuovi e improvvisati, sulla strada che ospita la Banca centrale spagnola, mentre i manifestanti non riescono a prendere possesso dell’adiacente Puerta del Sol per la grande affluenza di gente che continua ad unirsi dalle strade laterali.

Nel cielo della centralissima piazza di Cibeles vengono liberati palloncini colorati con su scritte le proposte del movimento e migliaia di mani sventolano al ritmo dei cori affatto impazienti che tutto questo finisca.

Tomba del sistema o no, sicuramente nel grande giorno del dissenso mondiale Madrid si riappropria del primato di centro della #GlobalRevolution degli Indignados del mondo e della speranza che un cambiamento globale sia davvero possibile.

(Alessia Grossi)

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