L’appello è a pagina 24 del Corriere della Sera, su sfondo giallino. Si apre (e si sviluppa, e si chiude…) con toni gonfi di pathos. Inizia così: «Concittadini, amici, fratelli di questa stessa nazione che si chiama Italia e che tutti amiamo. Possiamo farcela. Ce la faremo. Grazie a Dio non abbiamo bisogno né del governo né dell’Europa. Il nostro problema è che abbiamo dei debiti. Molti debiti». A firmarlo è «Giuliano Melani, uno di voi, uno di noi», che assicura «Io non ho un comitato, non ho un partito, non ho un movimento. La sua proposta? Comprare il debito pubblico italiano. Almeno 270 miliardi sui 1.900 totali (4.500 euro a testa). Ecco: «Abbiamo problemi. Ma, vivaddio siamo stati anche liberi. Ed abbiamo amato e amiamo questo straccio di Paese. E siamo speciali, belli ed intelligenti anche se un po’ invecchiati e stanchi. E allora sai che c’è. Che se abbiamo questi maledetti debiti ce li accolliamo. Facciamo uno sforzo, compriamo il nostro debito. Chi più ne ha più ne metta. Rechiamoci in banca, mandiamo a ruba i nostri titoli di Stato. Compriamoli al tasso di rendimento più basso possibile. Compriamoli anche a tasso zero!».
Quanto a lui, dice che andrà lunedì prossimo a comprare 20.000 euro di Btp, perché «nessuno di noi in questa storia del debito può dirsi innocente». E spiega:
I debiti li abbiamo fatti (tutti noi) in tanti anni.
Li abbiamo fatti quando non abbiamo pagato le giuste imposte
Li abbiamo fatti quando abbiamo lavorato in nero
Li abbiamo fatti quando non abbiamo svolto correttamente il nostro lavoro
Li abbiamo fatti quando abbiamo preferito presentare un certificato medico piuttosto che andare al lavoro
Li abbiamo fatti con analisi e visite inutili
Li abbiamo fatti riempiendoci di medicinali che abbiamo regolarmente buttato
Li abbiamo fatti circolando gratis sui mezzi pubblici
Li abbiamo fatti facendo viaggiare autobus e treni completamente vuoti…
e la lista continua. Fino a un’altra invocazione: «Dio santo! Siamo un popolo, un grande popolo. E se dobbiamo avere rispetto dei cinesi, com’è giusto che sia, facciamogli sapere: che per ora non siamo in vendita, che per ora vogliamo continuare a rispettare i diritti umani e che, sempre per ora, non condanniamo a morte gli oppositori». E anche all’Europa Melani manda a dire: «Se pensano che siamo un peso si sbagliano di grosso […] è solo che proviamo simpatia per le emergenze, altrimenti non ci divertiamo».
Accento toscano, 51 anni, risponde dal suo ufficio di Quarrata (Pistoia). «Non le sto a raccontare tutta la mia vita. Le dico solo che ho studiato Scienze politiche e che da dieci anni faccio l’agente finanziario. Lavoro, inquadrato come libero professionista, per UniCredit leasing spa».
Rivendica la giustezza della sua idea: «È un fatto logico. Una necessità. È ormai dimostrato che le manovre finanziarie, anche robuste, non servono a niente. È un terremoto. Crolla tutto. I politici hanno le loro colpe, ma non è questo il momento della politica e di indagare le loro responsabilità. Quando c’è il terremoto, prima di cercare l’architetto che ha sbagliato, o di trovare quello che ricostruirà, bisogna togliere le persone da sotto le macerie. Adesso dobbiamo preoccuparci di far scendere il tasso d’interesse. Dobbiamo andare in massa a comprare btp italiani. Mettiamo in sicurezza il Paese. A fronte di una immensa corrente acquisti i tassi si abbasseranno».
Melani ci spera davvero. Crede che il suo appello verrà ascoltato. «Ho aperto la posta e c’era già la mail di un signore anziano che mi diceva: “Sono pensionato. Ho pochi soldi. Ma lunedì vado. Almeno mille euro li compro”! Siamo un popolo piccolo – visti da Shangai sembriamo San Marino – ma valoroso. Quello che propongo non va contro la politica, ma oltre la politica. Facendo così possiamo salvare il mondo da soli. E non avremo più bisogno di sentire in tv cosa pensa Cicchitto, o di ascoltare l’ultima barzelletta di Berlusconi. Né l’ultima uscita di Bersani, beninteso. E potremo andare dalla Merkel e dirle, ecco: di titoli di Stato mi compro il mio, non il tuo, tedesco. Perché ho falto una scelta. Politica. E ora il mio btp vale quanto il tuo bund. Non è più insicuro».
Ha cominciato a ricevere telefonate di giornalisti: «È una cosa che solletica l’amor proprio, e che ha certi effetti benefici sullo stomaco. Ma ora bisogna che tutti corranno in banca a comprare btp. Io andrò lunedì a investire ventimila euro. Altrettanto ho speso per comprare la pagina sul Corriere. Mi ci potevo pigliare un’automobile. Ho scelto così. E guardi, snche se c’è gente che ha problemi ad arrivare alla fine del mese, mille euro li hanno tutti. Ognuno faccia la sua parte. Anche lei dottore, vada e compri cinquemila euro di btp. Mi farebbe un regalo personale. Tanto dove li vuole mettere i soldi? Qua, se l’Italia fallisce, non ce n’è per nessuno».
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