Adolf Hitler con il pastore tedesco Blondi, probabilmente nel 1943
FederFauna si definisce un sindacato giovane che difende gli allevatori (e i cacciatori) contro le prepotenze degli animalisti. Da statuto è un’associazione sindacale con la denominazione FederFauna – Confederazione Europea delle Associazioni di Allevatori, Commercianti e Detentori di Animali. Bersaglia di frequente coi suoi comunicati stampa le caselle di posta elettronica dei giornalisti, in cerca di visibilità. Questa volta l’ha trovata. Con una iniziativa davvero discutibile. Sarà situazionismo, sarà ironia, ma l’uscita è proprio infelice: ha istituito un Premio Hitler. «A lui si deve la prima legge di tutela degli animali», dicono per spiegare la scelta, che vorrebbe essere spiritosa.
«È un’iniziativa ironica, nulla di pesante», ha provato a sminuire Sandra Manzi, responsabile dell’ufficio stampa dell’associazione, quando l’ha contattata l’agenzia Dire. «Con questa iniziativa, volutamente provocatoria, vogliamo fare cultura». Alla presentazione del premio, sabato 24 novembre 2012, nella sede Nazionale di FederFauna in Via Altabella a Bologna, saranno presenti Massimiliano Filippi, Segretario Generale di FederFauna e Massimiliano Bacillieri, Responsabile dell’ufficio legale.
Inoltre «è previsto», informa la mail fatta circolare nelle redazioni italiane, «un contributo letterario di Peter Staudenmaier, scrittore, storico, docente di storia moderna tedesca alla Marquette University di Milwaukee, Wisconsin (un ateneo cattolico gestito dai gesuiti, ndr) autore assieme a Janet Biehl del libro Ecofascismo: lezioni dall’esperienza tedesca (qui in pdf, ndr)».
«Noi non prendiamo le parti di Hitler, ci mancherebbe», spiegano dal sindacato, «vogliamo però fare una trasposizione tra nazismo e animalismo. Il nostro premio si basa su riferimenti storici precisi. Forse non tutti sanno che Hitler era un animalista convinto. Era vegetariano, e aveva un’adorazione parossistica per il suo cane, che considerava più degno delle persone. A lui si deve la prima legge di tutela degli animali, nel ’33. Ma Hitler, oltre a essere animalista, ha ucciso milioni di persone. Noi vogliamo richiamare l’attenzione sul fatto che spesso gli animalisti difendono gli animali ma poi mancano di rispetto alle persone, arrivando anche alle minacce nei confronti di chi non la pensa come loro. Ecco c’è bisogno di mettere un po’ di ordine tra una seria tutela degli animali, e le posizioni di comodo di molte persone».
Un tema questo molto caro a FederFauna, che spesso fa girare anche i disegni dei bambini per dimostrare quanto sia nociva l’educazione filo-animali; «una vera cultura dell’odio. Ecco un esempio:
FederFauna difende, infatti, e promuove «le attività umane tradizionali connesse agli animali e l’economia e l’occupazione che esse producono. Difende i Cittadini che lavorano con gli animali e i semplici possessori, adoperandosi per la tutela dei loro diritti. Tutela gli animali, non sostenendo ideologie che producono spesso effetti opposti ai buoni intenti sbandierati e urlati, ma difendendo le molteplici funzioni che gli animali hanno per l’Uomo». Perché «le attività economiche e ludiche umane connesse agli animali hanno prodotto e tuttora producono benessere, posti di lavoro, imprese piccole e grandi e strutture socialmente utili per l’Uomo, rappresentando contemporaneamente per gli animali, l’unica vera garanzia di conservazione». Ecco la presentazione del sindacato da parte del segretario generale Massimiliano Filippi:
Ma chi può ambire a vincere il Premio Hitler? «I dettagli li daremo in conferenza stampa», dicono. E non fanno retromarcia: «Questa è la prima edizione del premio. Il primo di una lunga serie».