Ior, tre arresti: un alto prelato, uno 007 e un broker

Indagine sullo Ior della Procura di Roma

Sono state arrestate tre persone dal Nucleo speciale di polizia valutaria della Guardia di Finanza. Si tratterebbe, a quanto si apprende, di un alto prelato, un agente dei servizi e un broker finanziario. L’indagine della Procura di Roma sarebbe più ampia dei provvedimenti presi il 28 giugno, a quanto riporta l’agenzia ANSA. Le accuse contestate alle tre persone oggetto di provvedimenti restrittivi sono di corruzione e truffa. Ecco la nostra analisi sullo stato dell’Istituto Opere di Religione e l’intervento di Papa Francesco.

Lo Ior, l’Istituto per le opere di religione, dovrà essere riformato profondamente: il Papa ha compiuto un primo passo concreto in questa direzione costituendo una commissione ad hoc che dovrà ridefinire la cornice giuridica e il ruolo dell’Istituto. L’atto formale con il quale la procedura è stata avviata è la pubblicazione di un chirografo, vale a dire di un testo scritto di pugno dal Pontefice, nel quale si precisano alcune importanti questioni. In primo luogo l’obiettivo della commissione sarà quello di «consentire una migliore armonizzazione» dello Ior «con la missione della Chiesa universale e della Sede Apostolica, nel contesto più generale delle riforme che sia opportuno realizzare da parte delle Istituzioni che danno ausilio alla Sede Apostolica». Come a dire che fino ad ora quest’equilibrio è stato carente o insufficiente, mentre la riforma dello Ior viene collocata in quella più generale della Curia.

In tal modo la più alta autorità della Chiesa certifica – oltre le difese d’ufficio dei mesi scorsi – che qualcosa non va e anzi va cambiato nello Ior. Assai significativo, per altro, che l’annuncio della Santa Sede arriva nel giorno in cui Moneyal, l’organismo del Consiglio d’Europa che valuta l’applicazione delle norma antiriciclaggio e antiterrorismo dei vari Paesi, rende noto il suo rapporto annuale. Nel rapporto si fa anche, naturalmente, il punto sulla Santa Sede che negli anni scorsi ha deciso di sottoporsi al controllo di Moneyval avviando una procedura di adeguamento importante e allo stesso tempo assai complicata dal punto di vista finanziario e giuridico. Ma andiamo con ordine. 

La commissione creata da Bergoglio è composta non da esperti della finanza perché fra i suoi compiti c’è appunto quello di valutare in special modo la “figura giuridica” dell’Istituto, mai definito come una vera banca centrale e sempre sfuggente alle classificazioni internazionali, tanto che ora, in tempi di finanza globale, Stati e organismi sovranazionali chiedono un rapido aggiornamento. Altro elemento rilevante è che la commissione potrà raccogliere «documenti, dati e informazioni necessari allo svolgimento delle proprie funzioni istituzionali». In sostanza «il segreto d’ufficio e le altre eventuali restrizioni stabiliti dall’ordinamento giuridico non inibiscono o limitano l’accesso della Commissione a documenti, dati e informazioni». Insomma il gruppo di cinque persone individuate dal Papa potrà avere acceso ai conti dell’istituto e a tutte le informazioni necessarie per capire l’attività, i movimenti e il funzionamento dello Ior di ieri e di oggi e poi riferire direttamente al Pontefice, il che non è poco.

Lo Ior attualmente è guidato da due organismi: una commissione cardinalizia di vigilanza che rappresenta il governo ‘politico’ dell’istituto e un board laico cui spetta la guida operativa dal punto di vista finanziario. Alla testa della prima è rimasto il cardinale Tarcisio Bertone, presidente dello Ior è invece il tedesco Ernst Von Freyberg. Quest’ultimo, ha spiegato il portavoce della Santa Sede padre Federico Lombardi, proseguirà nei prossimi mesi il proprio lavoro, lo Ior infatti in questo periodo continuerà a funzionare regolarmente. Il direttore generale dell’Istituto invece è Paolo Cipriani. La commissione è composta da cinque membri: presidente è l’anziano cardinale Raffaele Farina, salesiano, ex prefetto della biblioteca vaticana; è figura di garanzia, conosce la Curia ed è persona che gode della fiducia del Papa. Poi ci sono: il cardinale francese Jean-Louis Tauran, che è anche membro della commissione cardinalizia dello Ior e in tal modo farà da collegamento fra i due organismi; monsignor Juan Ignacio Arrieta, esperto giurista, è segretario del Pontificio consiglio per i testi legislativi e fa parte dell’Opus Dei; monsignor Peter Bryan Wells, statunitense, assessore per gli affari generali della Segreteria di Stato, quindi Ann Mary Glandon, presidente della Pontificia accademia delle scienze sociali, legata alla Chiesa americana che resta uno dei maggiori finanziatori della Santa Sede. 

Il gruppo dovrà probabilmente configurare un progetto per un nuovo statuto dello Ior (una banca con finalità etiche, un istituto di tipo tradizionale), ipotizzare nuove funzioni e verificare le attività svolte dall’istituto. Nei giorni scorsi il Papa aveva per altro nominato già il prelato dello Ior, carica vacante da qualche anno, nella persona di monsignor Battista Ricca, altro suo stretto collaboratore. Il prelato ha funzioni di raccordo fra la Commissione guidata da Bertone e il board laico dell’Istituto, anche lui ha accesso a tutta la documentazione dello Ior.
Se questo è il quadro generale e se von Freyberg prosegue nella sua attività, la commissione cardinalizia di vigilanza sembra uscire invece ridimensionata dalla mossa del Papa che ha creato un organismo ad hoc per la riforma dell’istituto. E’ anche probabile che già ad ottobre il gruppo dei cinque riferirà al Papa sul suo lavoro, in quel mese infatti è previsto che anche l’altra commissione nominata da Bergoglio, quella degli otto cardinali incaricati di lavorare sulla riforma della Curia vaticana, presenterà le sue proposte.

Interessante anche quanto dice Moneyval nel suo rapporto odierno. L’organismo internazionale sottolinea ancora la tanta strada fatta dal Vaticano in poco tempo in materia di antiriciclaggio, e tuttavia chiarisce che ancora il cammino non è concluso. In particolare si attende da parte dello Ior il completamento di un percorso sulla trasparenza, cioè uno screening dettagliato del database dei clienti, quindi si auspica un decreto che definisca le categorie di persone fisiche o giuridiche abilitate ad avere un conto allo Ior. Ancora il rapporto sottolinea quanto già emerso: e cioè una scarsa chiarezza circa i poteri dell’Aif, l’Autorità d’informazione finanziaria del Vaticano, l’organismo creato per controllare la regolarità della movimentazione economica di tutti i vari organismi della Santa Sede. Da questo punto di vista il rapporto Moneyval fa presente che l’Aif non può emettere sanzioni nei confronti dell’Apsa, l’Amministrazione del patrimonio della Sede apostolica, organismo chiave nella gestione finanziaria della Santa Sede. D’altro canto si rileva che il Vaticano ha aderito ad importanti convenzioni internazionali contro il terrorismo e il riciclaggio, ma appunto si tratta di un percorso ancora incompleto e la mossa del Papa sembra dare un colpo di acceleratore sui temi di una riforma complessiva delle strutture finanziarie della Santa Sede.  

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