Larghe intese sui diritti civili a cominciare dal riconoscimento delle unioni omosessuali? Le invoca dall’opposizione il leader di Sel Nichi Vendola, appoggiato – a sorpresa – dal pronunciamento di una serie di esponenti di punta del Pdl. Per la prima volta è stata espressa da destra una posizione favorevole a una cornice giuridica alle coppie di fatto omosessuali.
Insomma, negli ultimi giorni si è definitivamente rotta una diga: è finito il “non possumus” della destra italiana rispetto a tematiche riguardanti la bioetica e i diritti civili. Con il venir meno, nel corso dell’ultimo anno e mezzo, dell’alleanza strategica fra la conferenza episcopale e il Cavaliere, sono crollate le ultime prudenze da parte degli esponenti laici del Pdl.
Il patto di ferro fra la Cei e Silvio Berlusconi fu stretto all’inizio degli anni ’90 su iniziativa del cardinale Camillo Ruini che, prima di altri, colse il nascente indirizzo bipolarista che stava prendendo la politica italiana e schierò le truppe cattoliche alla destra dello schieramento politico, sia pure mantenendo alcune avanguardie anche nell’altra porzione dello scacchiere. I temi bioetici diventavano la linea maginot della Chiesa italiana: eutanasia, testamento biologico, procreazione assistita, ricerca sulle cellule staminali, modifica o abolizione della 194, contrarietà all’introduzione della Ru 486, estensione dell’obiezione di coscienza, e ancora opposizione decisa a leggi che toccassero il problema dell’omofobia o peggio del riconoscimento delle coppie di fatto.
Il richiamo ai principi non negoziabili pronunciato per la prima volta da Benedetto XVI nel 2006 davanti ai parlamentari del Partito popolare europeo è diventato poi la bandiera della Chiesa italiana. La battaglia è durata per circa un ventennio e ha portato il Paese all’immobilità su molti di questi temi, nel frattempo gli schieramenti contrapposti si sono irrigiditi nelle diverse posizioni. Ma ora qualcosa sta cambiando.
La crisi del berlusconismo, la protesta che si è levata anche nel mondo cattolico contro la degenerazione etica e morale della politica italiana e le critiche sempre più forti rivolte al Cavaliere, hanno poi indotto le gerarchie ecclesiastiche a prendere progressivamente le distanze dal Pdl fino ad optare, a ridosso del voto, per Mario Monti e il suo rassemblement di centro. Naturalmente è ancora attiva una forte lobby cattolica in Parlamento, molti sono gli esponenti del Pdl che ne fanno parte, e tuttavia un argine si è rotto anche in ragione della presenza del nutritissimo numero di eletti 5S che su questi temi sembrano aperti a soluzioni nuove rispetto al passato.
In questo nuovo clima Giancarlo Galan, ex ministro della Cultura, e oggi presidente della commissione cultura della Camera, e Sandro Bondi, coordinatore del partito, si sono espressi chiaramente a favore di una legge che riconosca i diritti delle coppie omosessuali. Galan per la verità è andato anche più in là e ha firmato la proposta di legge di iniziativa popolare “Eutanasia legale e testamento biologico” promossa dall’Associazione Luca Coscioni insieme ai Radicali Italiani, Exit, Uaar e Amici Eleonora Onlus. Lungo questo crinale si è aperto un nuovo fronte di dialogo fra Pd e Pdl. Anche nel Pd, del resto c’è un’area cattolica che frena su alcuni temi, ma di fatto la posizione a favore di una legge che dia certezza giuridica alle coppie di fatto è ormai maturata.
All’interno del Pdl, però, si sono levate anche voci critiche. Maurizio Sacconi, esponente teocon, ha chiesto una sorta di moratoria legislativa sui temi bioetici. Sacconi ha sottolineato che su questi temi nei movimenti politici occidentali esistono due correnti, una liberista e una neoconservatrice, e che, insomma, non c’è uniformità di vedute. L’emergere di una diversità di posizioni così evidente ha indotto il capogruppo alla Camera del Pdl, Renato Brunetta, a spiegare che ci sarà bisogno di un chiarimento all’interno del Pdl sui temi eticamente sensibili. Sembra che il governo Pd-Pdl stia producendo novità forse non previste dall’agenda economico-istituzionale ma frutto di un’intesa politica che si va articolando ora su più piani.
Del resto, il dibattito sulle nozze omosessuali in Francia ha avuto le sue ricadute anche in Italia e non va dimenticato che pure l’Inghilterra, sotto la guida del conservatore David Cameron, si appresta a varare una normativa in materia. Analoghi provvedimenti sono stati presi in alcuni paesi latinoamericani e in diversi stati americani; il tema rientra in una discussione globale sui diritti civili che sta interessando Parlamenti e governi in diversi continenti.
In questo contesto è tornata a farsi sentire la voce del presidente della Cei Angelo Bagnasco. La nuova legge sui matrimoni omosessuali in Francia è, dice, «un vulnus grave alla famiglia, che ovunque nel mondo, non solo nel nostro Paese, è il presidio dell’umano, dove i bambini, le nuove generazioni vengono non solo concepite e generate ma educate, come è diritto e dovere primario e fondamentale dei genitori, di un papà e una mamma che nella loro completezza di personalità danno ai propri figli una educazione integrale nella libertà di ciascuno». Lo scontro è appena iniziato.