È il classico schock di chi visita certi musei all’estero. «Questi intorno a due quadri hanno costruito un centro commerciale, da noi è già tanto se trovi il custode». Di volta in volta “questi” sono gli americani, i francesi, i tedeschi, gli inglesi etc. “Noi” siamo gli italiani, un popolo che secondo un’opinione diffusa dovrebbe avere nella cultura il proprio petrolio ma che spesso sembra non abbia quasi voglia di scavare i pozzi.
Non si tratta solo dello stato di abbandono o comunque cattiva conservazione in cui versano alcuni monumenti, peraltro invidiati dal resto del mondo, ma anche dei servizi che un turista legittimamente si aspetta in un museo o in un sito archeologico – come una libreria, un bar o un servizio di biglietteria efficiente – e che invece spesso non sono all’altezza degli standard qualitativi che il mercato richiede.
Nel tentativo di cambiare la situazione, il governo Berlusconi aveva nominato capo della direzione della valorizzazione del ministero dei Beni culturali (Mibac)un manager esperto come Mario Resca, tra le altre cose ex presidente di McDonald’s Italia. Sotto la sua gestione, iniziata col ministro Bondi e proseguita con Galan, sono state emanate delle nuove linee guida per regolare i bandi di gara per la concessione dei servizi aggiuntivi di musei e siti. È stata anche pagata una consulenza di 200mila euro a una società esterna per scrivere questo provvedimento. Soldi spesi male, si potrebbe dire, se si considerano le numerose bocciature arrivate dai tribunali amministrativi.
La maggioranza dei bandi indetti nelle varie Regioni è stata annullata da sentenze dei Tar, anche se talvolta il Consiglio di Stato ha ribaltato in appello il verdetto di primo grado (si veda per il dettaglio la tabella in basso, pubblicata dal Sole 24 Ore). Le imprese che lamentavano la propria esclusione perché non possedevano certi requisiti – poi ritenuti immotivati dai giudici – presenti nel bando si sono viste spesso dare ragione. A fronte di questa situazione le varie autorità regionali hanno smesso di indire le gare e la concessione dei servizi, già in regime di prorogatio nella maggior parte dei casi, è in fase di stallo.
Anna Maria Buzzi, succeduta a Resca con il ministro Ornaghi durante il governo Monti, aveva annunciato già a maggio che le nuove linee guida – sollecitate a marzo anche dall’Autorità sui contratti pubblici per sanare attuale situazione di irregolarità – sarebbero state emesse entro un mese. A oggi ancora mancano ma Enrico Letta, durante il question time del 10 luglio, ha ribadito – rispondendo ad un’interrogazione della deputata Adriana Galgano (Scelta Civica) – che manca poco all’emanazione. Il Ministero dei beni culturali, sentito da Linkiesta, non è però ancora in grado di dire “quanto poco”.
«Prima che le nuove linee guida vengano varate definitivamente – dichiara Patrizia Asproni, presidente di Confcultura – ci aspettiamo di essere ascoltati dal ministero». Quelle attualmente ancora in vigore non erano piaciute all’associazione delle imprese private che lavorano nei musei. In particolare veniva contestato il così detto “spezzatino” che era stato introdotto sotto la gestione Resca, cioè l’affidamento dei vari servizi – biglietteria, bar, shop etc – non più ad un’unica associazione temporanea di imprese ma a diversi soggetti privati. «Quel meccanismo – prosegue Asproni – impedisce agli operatori privati di fare sistema, il che in un periodo di crisi come quello attuale è estremamente importante. L’unione di diverse competenze e diverse società permette di sfruttare le economie di scala. A volte la scelta più efficiente è che la gestione di più siti sia affidata a un unico concessionario, magari frutto dell’unione di più società».
La nuova direzione al Mibac sembra fino ad ora più attenta alle richieste di Confcultura. «Abbiamo avuto delle aperture – racconta Asproni – dalla dottoressa Buzzi, che ci è sembrata avere un atteggiamento più aperto nei confronti del privato rispetto al suo predecessore, il dottor Resca. Noi vorremmo che nelle nuove linee guida si desse un deciso sviluppo alla parte progettuale e al project financing, tramite i provvedimenti di concessione di valorizzazione. Sempre in un regime di partnership con il pubblico, i privati avrebbero a fronte dei loro investimenti la titolarità a decidere sugli aspetti della gestione economica (non ovviamente su quelli della gestione artistica). Vogliamo poter proporre progetti di valorizzazione del sito a seconda delle diverse esigenze. Ad esempio per un museo piccolo con pochi visitatori all’anno non ha senso predisporre un servizio di biglietteria, preferiamo che l’ingresso sia gratuito e che magari ci si concentri sulla possibilità di fare visite guidate».
Quanto alla paura che lasciando un maggiore spazio ai privati si rischi una sorta di “commercializzazione” della cultura, assoggettando a logiche di mercato un settore che è patrimonio di tutti, la dottoressa Asproni la ritiene “ridicola”. «Si tratta di assurdità. Lo Stato – conclude Asproni – mantiene un ruolo di giudice e controllore dei progetti che vengono presentati dai privati. Entro questi margini è ovvio che le imprese abbiano una loro autonomia».
Lo stato delle gare bandite dal ministero dei Beni culturali dal 2010
a oggi per la concessione dei servizi aggiuntivi di musei e aree
archeologiche e che risultano ancora non assegnate (fonte: Il Sole 24 Ore)
Sito | Stato della gara |
Calabria: Musei della Magna Grecia (Reggio Calabria), di Vibo Valentia, diLocri | Annullata dalTar |
Campania: Musei archeologico di Napoli, Duca di Martina, di San Martino, Pignatelli Cortes, di Capodimonte, Reggia di Caserta, appartamenti storici di Palazzo Reale a Napoli, Castel Sant’Elmo |
Annullata dal Tar e in parte dal Consiglio di Stato (in parte rimessa all’Adunanza plenaria) |
Campania: scavi di Pompei, Ercolano, Boscoreale, Stabia, Oplonti |
Annullata dal Tar e in parte dal Consiglio di Stato (in parte rimessa all’Adunanza plenaria) |
Firenze: Uffizi, Galleria dell’Accademia, complesso Palazzo Pitti | Prequalifica |
Lazio: Ville Adriana e d’Este, Santuario di Ercole Vincitore, info-point Rocca Pia (Tivoli) |
Annullata dalla stazioneappaltante |
Napoli: bookshop del polomuseale napoletano | Prequalifica |
Puglia: i castelli | Annullata dalTar |
Roma: bookshop dei siti archeologici romani | Prequalifica |
Roma: bookshop del polo museale romano | Sospesa |
Roma: Colosseo, Foro romano, Terme di Caracalla, Palazzi Massimo e Altemps, Terme di Diocleziano, Crypta Balbi |
Prequalifica |
Roma: Galleria nazionale d’arte antica, Palazzi Barberinie Corsini, Museo di Palazzo Venezia, Gallerie Borghese e Spada, Musei di Castel Sant’Angelo e degli strumenti musicali |
Annullata dal Tar, il Consiglio di Stato ha accolto l’appello dei Beni culturali |
Roma: Vittoriano | Annullata dalTar |
Torino: Polo reale | Ritirata |
Toscana: Sito museale di San Francesco, Museo archeologico Gaio Clinio Mecenate e anfiteatro, Museo di Casa Vasari (Arezzo) |
Prequalifica |
Umbria: Galleria nazionale dell’Umbria, Museo archeologico, Ipogeo di Volumni, antiquarium e necropoli del Palazzone |
Sospesa |