La spending review degli italiani

Analisi

Non serve un sondaggio per sapere che la crisi ha costretto gli italiani a rivedere a ribasso il proprio stile di vita, basta guardarsi intorno. Ma i dati ci aiutano a capire quanto gli italiani fanno fatica in questo periodo e come ri-orientano le loro spese. Pianificando, risparmiando, tagliando.

Una ricerca realizzata da Coldiretti-Ixe’ nell’ottobre 2013, La percezione della crisi e il Made in Italy, racconta un’Italia in cui sette italiani su dieci hanno paura di perdere il proprio lavoro e cinque su dieci temono di non avere un reddito sufficiente per mantenere la famiglia

È ovvio che cambino le abitudini e le priorità di spesa, soprattutto riguardo a cosa si acquista e a dove si acquista. Un processo continuo che va avanti dall’inizio della crisi economica. 

Come spendono gli italiani?

Rinunciano, risparmiano e selezionano con molta attenzione i prodotti e servizi che comprano. La ricerca Coldiretti-Ixe’ dice che nell’ultimo anno due italiani su tre hanno ridotto la spesa o rimandato l’acquisto di capi d’abbigliamento e che la metà ha rinunciato ai viaggi. 

Non solo: prestano più attenzione ai prezzi. Lo studio parla di italiani «costretti a trasformarsi in veri detective per la spesa». Due su tre dicono di confrontare i prezzi con molta più attenzione rispetto al passato, più della metà va a caccia di offerte 3×2 e di dice di acquistare prodotti low-cost molto più che in passato. Quasi altrettanti dicono di comprare sempre e comunque i prodotti che costano meno, senza badare alla qualità. E a tendere verso prodotti locali a discapito di quelli di grandi marche nazionali. 

Dove spendono gli italiani?

La ricerca Coldiretti-Ixe’ segnala la scomparsa del negozio di fiducia: più della metà degli italiani dice di non fermarsi più in un solo negozio per acquistare il prodotto di cui ha bisogno. Ma piuttosto di cercarlo in vari luoghi (anche online), alla ricerca del prezzo migliore.

Un dato rilevante viene dall’istituto di ricerca Nielsen, riguardo alla straordinaria crescita dei discount a scapito dei supermercati e, soprattutto, dei grandi ipermercati. A maggio di quest’anno si registravano 4.615 discount in Italia, 169 punti vendita in più rispetto all’anno precedente, con una crescita del +3,8%. A gennaio 2008, giusto prima dell’inizio della crisi economica, i discount in Italia erano 1000 in meno: 3.619 in totale.

E pur essendo tra gli ultimi in termini numerici in Europa (dietro di noi solo Romania e Bulgaria), sempre più italiani fanno acquisti online, alla ricerca di sconti, prezzi speciali e offerte. Secondo i dati Eurostat, nel 2013 un italiano su tre ha fatto acquisti online, nel 2008 era solo uno su dieci. Il settore con crescita maggiore è stato quello dei viaggi, passato dal 9 al 14% in 6 anni. Secondo l’abbigliamento, passato dal 6 al 8%.

Pur spendendo meno, dove spendiamo di più?

Una ricerca di Confcommercio che analizza le abitudini di consumo degli italiani negli ultimi 20 anni ci dice che il settore Telefonini e accessori, dal 2007 al 2012, non ha mai smesso di crescere in termini di consumo, arrivando a un totale di +77%. Al secondo posto, staccata di più di 50 punti percentuali, c’è la categoria degli Elettrodomestici bruni e IT (in pratica televisori, lettori DVD e computer). 

A ulteriore conferma, l’indicatore dei Consumi Confcommercio dell’ottobre 2013 segnala che anche quest anno il settore ha continuato a crescere: è uno dei due in positivo rispetto al 2012, con un’aumento del 1%. Tutti gli altri, da Alimentari a Trasporti sono in negativo di almeno un punto percentuale.

E anche il paniere Istat (pubblicato a febbraio 2013), ci racconta questa particolare attenzione degli italiani alla tecnologia e alle comunicazioni. Tra i prodotti rappresentatitvi nel 2013 infatti entrano phablet (gli smartphone troppo grandi per essere semplici telefonini) e i tablet trasformabili. Spostando fuori dal paniere i netbook, i piccoli computer portatili a basso costo ormai superati. 

Un’infografica con le voci di consumo che sono cresciute e calate di più dal 2007

Dove potremmo spendere meglio?

Un settore in cui, purtroppo, non spendiamo meglio è quello dei farmaci. I dati dell’Aifa (l’Agenzia Italiana del Farmaco) dicono che gli  italiani acquistano ancora di più in medicinali brand (come l’Aspirina) invece di più economici generici (come un farmaco da banco a base di acido acetilsalicilico). Negli ultimi anni questa voce di spesa è quasi triplicata. 

Siamo terzi in Europa, dopo Grecia e Irlanda, per acquisti di farmaci che erano protetti da brevetto ma di cui ora esistono corrispettivi meno costosi. Una spesa insensata, visto che la legge prevede il rimborso per medicinali con brevetto scaduto solo per coprire il prezzo del medicinale meno caro in commercio, quello generico appunto.

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