Il 22 maggio 2014, l’esercito thailandese ha fatto un colpo di stato a Bangkok, deponendo e imprigionando il primo ministro della Thailandia Yingluck Shinawatra. È il dodicesimo colpo di stato in nel Paese dal 1932. L’esercito ha anche istituito la legge marziale, vietato i raggruppamenti politici di più di cinque persone e chiuso canali televisivi, radiofonici e bloccato moltissimi siti web. Ma la cosa non ha fermato le proteste, che vanno avanti dal giorno del colpo di stato.
Domenica 1 maggio, 6000 ufficiali tra militari e polizia hanno cercato di fermare una manifestazione programmata a Bangkok. I manifestanti, radunati in piccoli gruppi, hanno mostrato una nuova forma di protesta: il saluto a tre dita già visto nei libri e nei film The Hunger Games. Nella serie, il saluto viene usato per la prima volta come forma di saluto e rispetto nei confronti della protagonista, offertasi per partecipare agli Hunger Games al posto della sorella, ma diventa ben presto un gesto contro il governo distopico che governa i 12 distretti e che organizza gli Hunger Games. Un manifestante, Manik Sethisuwan, ha twittato: «Cari #HungerGames. Abbiamo preso il vostro saluto e l’abbiamo fatto nostro. La nostra lotta è non-fiction. Grazie».
Il colonnello Weerachon Sukhondhapatipak, portavoce dei militari, ha detto ad Associated Press che «a questo punto stiamo monitorando il movimento. È ovviamente una forma di resistenza, che dobbiamo controllare in modo che non causi disordini nel Paese».
«Sappiamo che [il gesto] viene dal film, e diciamo che sappiamo che rappresenta resistenza contro le autorità», ha detto Weerachon. «Se una singola persona alza tra dita in aria, non la arresteremo. Ma se è un raduno politico di cinque persone o più, allora dovremo fare qualche cosa. Se la cosa persiste, dovremo fare degli arresti». Nel frattempo, il gesto ha iniziato a diffondersi sui social network, un gruppo su Facebook raccoglie decine di foto di manifestanti e cittadini con le tre dita alzate e su Twitter si trovano altrettanti Thai Coup selfie, autoscatti di cittadini che fanno lo stesso saluto. Un militante del movimento politico delle “Camicie rosse” ha invitato tutte le persone che sostengono la protesta contro il colpo di stato a «alzare tre dita tre volte al giorno» in luoghi pubblici dove non ci sono né polizia né militari.