Il discorso sullo stato dell’Unione in 10 punti

Il discorso sullo stato dell’Unione in 10 punti

Alle 21 di martedì 20 gennaio – le tre di notte di mercoledì in Italia – Barack Obama ha tenuto il cosiddetto «discorso sullo stato dell’Unione», il tradizionale appuntamento in cui il presidente degli Stati Uniti traccia un bilancio dei mesi precedenti e annuncia le misure che intende intraprendere nei mesi successivi.

Davanti al Congresso riunito in seduta plenaria, in presenza quindi sia dei deputati che dei senatori, e con l’aggiunta dei membri della Corte Suprema, il presidente ha parlato per circa un’ora, alternando il bilancio dei suoi anni in carica con le proposte – più o meno realizzabili – che intende portare avanti nei prossimi mesi.

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Qui è disponibile testo completo. Quest’anno, per la prima volta, è stato pubblicato integralmente online poco dopo che Obama ha cominciato a parlare.

1. «Voltiamo pagina»

Obama ha aperto il discorso con un forte messaggio di discontinuità e di ottimismo, dicendo che «dopo un anno di svolta per l’America, la nostra economia sta crescendo e creando lavoro con il ritmo più alto dal 1999». La disoccupazione, ha aggiunto, è più bassa oggi rispetto a quando è cominciata la crisi, e «siamo liberi dalla stretta del petrolio straniero come non lo eravamo da trent’anni».

Il presidente ha poi ricordato che l’impegno di combattimento diretto in Iraq e in Afghanistan è finito e che oggi meno di 15 mila soldati restano nei due paesi, contro i 180.000 di quando entrò in carica. Dunque, ha detto Obama al termine della parte introduttiva del suo discorso, «lo spettro della crisi è passato e lo stato dell’Unione è forte».

2. «Idee pratiche»

Poi Obama è passato alla parte propositiva del suo discorso, partendo dai temi economici. «Entro due settimane, invierò a questo congresso una proposta di bilancio fatto di idee pratiche, non partigiane». Il riferimento alla “praticità” delle idee non è casuale, visto che i Democratici si trovano in minoranza sia alla Camera che al Senato, e ogni proposta dovrà passare per delicati negoziati con i Repubblicani.

3. «Abbassare le tasse delle famiglie che lavorano»

«Middle-class economy works», ha detto Obama, “l’economia della classe media funziona”, prima di elencare di nuovo numerosi dati positivi. Poi ha chiesto retoricamente che cosa serva per farla funzionare meglio: la prima cosa che intende fare, ha detto, è «abbassare le tasse per le famiglie che lavorano e rimettere loro in tasca migliaia di dollari ogni anno».

4. Servizi per l’infanzia, malattia, salari

La seconda cosa è rispondere alla «necessità» di servizi per l’infanzia che siano alla portata di tutti e di qualità. Per questo, Obama ha parlato di «una nuova riduzione delle tasse fino a tremila dollari l’anno per figlio». Un’altra misura su cui Obama ha promesso il suo impegno è una legge federale per garantire sette giorni di malattia retribuiti ai lavoratori americani, dato che «siamo l’unico paese avanzato sulla Terra che non garantisce indennità di malattia o di maternità ai nostri lavoratori».

Ha poi aggiunto la necessità di aumentare il salario minimo stabilito per legge, una battaglia che Obama combatte da tempo – attualmente quello federale è di 7,25 dollari l’ora – e di annullare la diversità di stipendio a parità di mansioni per uomini e donne.

4. Educazione

Obama ha sottolineato l’importanza dell’istruzione superiore per affrontare il mercato del lavoro di oggi e ha annunciato «un coraggioso piano per abbassare il costo dei community college a zero». Ha ricordato che circa il 40 per cento degli studenti americani che vanno al college frequenta quel particolare tipo di istituzione educativa, solitamente pubblica e con corsi biennali, e che alcuni stati hanno già avviato programmi per renderla gratuita e accessibile a tutti come sono oggi le high school. Ha poi parlato di iniziative per aiutare i veterani a reinserirsi nel mercato del lavoro.

5. «La più competitiva delle economie»

In campo economico, infine, Obama ha invitato i Repubblicani a sostenere «un piano di infrastrutture bipartisan» che aiuti la competitività del paese e crei posti di lavoro. Si è poi concentrato sulla necessità di stringere accordi commerciali in Asia ed Europa e di avere un mandato forte per poter discutere quegli accordi, perché «mentre parliamo, la Cina vuole scrivere le regole per la regione che cresce di più al mondo».

Obama ha poi menzionato la sua intenzione di «proteggere un’Internet libera e aperta». In una breve sezione più “innovativa” e visionaria del suo discorso, ha parlato di piani per la ricerca medica e l’esplorazione spaziale.

6. Il sistema fiscale

Un altro punto molto atteso – perché anticipato nei giorni scorsi – è quello che ha riguardato il sistema fiscale. Il passaggio è stato in realtà piuttosto breve: Obama ha detto che è necessario impedire le scappatoie «che conducono all’ineguaglianza permettendo all’un per cento in cima di evitare di pagare le tasse sulla ricchezza che hanno accumulato», per aiutare invece le famiglie che lavorano.

7. La politica estera: l’ISIS, la Russia, Cuba

La parte successiva del discorso ha riguardato la politica estera. Obama ha difeso un approccio diverso rispetto alle amministrazioni precedenti, che eviti guerre sul campo e faccia uso di un sistema più complesso di forza militare, alleanze e cooperazioni. Ma per quanto riguarda la lotta al terrorismo – in cui Obama ha difeso il principio di agire a volte «unilateralmente» – ha anche invitato il Congresso «ad approvare una risoluzione che autorizzi l’uso della forza contro l’ISIS».

«Sosteniamo il principio che le nazioni più grandi non possano intimidire le piccole», ha detto Obama, e ad esempio pratico di questo principio ha citato l’opposizione all’«aggressione russa». Oggi, ha aggiunto, «è l’America ad essere forte e unita con i nostri alleati, mentre la Russia è isolata, con l’economia a pezzi».

Infine, Obama ha detto che il Congresso deve lavorare per far finire l’embargo di Cuba e ha dichiarato che si opporrà a leggi che prevedano sanzioni all’Iran, perché nei rapporti con quel paese – che da tempo porta avanti complessi negoziati sulla questione nucleare – è ancora il tempo di usare la democrazia.

8. «Non sono uno scienziato»

Obama è passato a parlare del cambiamento climatico e ha escluso che si possa ancora sostenere che esso non abbia cause umane. Ha elencato i passi avanti fatti durante la sua amministrazione, in campo ambientale, sia negli Stati Uniti che nelle trattative internazionali, citando gli accordi di Pechino in cui la Cina si è impegnata per la prima volta a ridurre le sue emissioni di gas serra.

9. L’appello finale

Nella parte finale del suo discorso, il presidente ha detto che intende continuare i suoi sforzi – finora senza successo – per chiudere completamente il campo di detenzione di Guantanamo («non è quello che siamo»). Ma gran parte del finale è stato dedicato a un appello all’unità americana, al di là delle divisioni politiche o di qualsiasi altro genere, citando tra le altre cose i matrimoni omosessuali («una storia di libertà attraverso il nostro paese») e concludendo con l’invito ad aprire un «nuovo capitolo» per il prossimo futuro, ora che le difficoltà sono alle spalle. Anche se Obama resterà ancora un anno in carica, si è trattato di una sorta di testamento politico – quello di oggi è l’ultimo discorso sullo stato dell’Unione di Barack Obama – profondamente retorico, giocato sulla visione degli Stati Uniti come di una «forte, affiatata famiglia».

10. E adesso?

Nonostante fossero circolate molte anticipazioni nelle ultime settimane, e il discorso abbia ricevuto la tradizionale grande attenzione sui media americani, bisognerà vedere quali saranno i cambiamenti effettivi che Obama riuscirà a introdurre.

Dalle elezioni di midterm dello scorso novembre, infatti, i repubblicani godono al Congresso di una delle maggioranze più larghe da decenni, con 54 seggi al Senato (su 100) e 247 alla Camera (su 435). Per questo motivo, gli ultimi mesi della presidenza Obama saranno particolarmente difficili sul piano della contrattazione politica, nel tentativo di far passare almeno qualcuna delle misure annunciate questa notte.

Come riporta il sito di informazione americano FiveThirtyEight, nei suoi discorsi sullo stato dell’Unione tra il 2009 e il 2014 Obama ha annunciato in media 36 provvedimenti legislativi, poco sopra la media storica, che è di 31. Quasi metà di quelle annunciate nel 2010 furono poi approvate, ma allora i Democratici controllavano il Congresso. Negli ultimi anni è andata molto peggio, rispetto alle intenzioni annunciate dal presidente: delle leggi annunciate nel 2013, solo il 5 per cento venne poi approvato, e il 14 per cento di quelle del 2014.

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