«Un colpo di avvertimento alla Grecia»

«Un colpo di avvertimento alla Grecia»

Il consiglio direttivo della Banca Centrale Europea ha deciso mercoledì 4 febbraio di non accettare più i titoli di stato greci come garanzia per i prestiti della stessa BCE. La sua principale conseguenza è una restrizione nell’accesso alla liquidità della BCE per i creditori dello stato ellenico, in primo luogo le banche greche.

È una mossa che arriva in anticipo rispetto alla scadenza prevista: il debito pubblico greco è infatti già oggi a un livello di rischio molto elevato, valutato dalle agenzie di rating come junk, “spazzatura”, e il fatto che la BCE accettasse ugualmente i titoli di stato greci era una deroga alle sue regole che sarebbe dovuta scadere il prossimo 28 febbraio.

Mario Draghi, presidente della BCE, aveva incontrato il nuovo ministro delle finanze greco Varoufakis solo poche ore prima a Francoforte. Oggi Varoufakis deve incontrare la sua controparte tedesca, Wolfgang Schäuble, l’ennesima tappa del suo tour europeo per cercare sostegno al piano del governo greco di alleviare il peso del debito internazionale del paese.

Come spiega la BCE in un comunicato, la decisione è stata presa perché «non è al momento possibile presupporre una conclusione positiva nella revisione del programma [di aiuti internazionali]»: insomma, i negoziati sono in corso, ma non è chiaro come andranno a finire. La banca centrale insiste sul fatto che la mossa è «in linea con le regole esistenti del sistema euro».

Tuttavia, le banche greche potranno ancora ottenere prestiti utilizzando un programma della BCE più oneroso, l’Emergency Liquidity Assistance (ELA).

Il ministero delle Finanze greco ha cercato di presentare la mossa come diretta ai suoi negoziatori internazionali. «Prendendo e annunciando questa decisione, la Banca Centrale Europea sta mettendo pressione sull’Eurogruppo perché agisca rapidamente nel siglare un nuovo e reciprocamente vantaggioso accordo tra la Grecia e i suoi partner», ha scritto il ministero di Varoufakis in un comunicato.

Le reazioni
Nei primi commenti della stampa internazionale, al contrario, la mossa è stata interpretata da quasi tutti come un modo della BCE di aumentare la pressione su Atene nei negoziati sul debito greco, che il nuovo governo Tsipras ha aperto nei suoi primissimi giorni in carica. «La Banca Centrale Europea aumenta la pressione su Atene con un freno sulla liquidità per le banche», titola appunto il Financial Times.

«Il divieto anticipato segnala la determinazione della BCE a tenere una linea dura sui tentativi di Atene di assicurarsi fondi dalla banca centrale per il periodi di tre mesi tra l’uscita dal programma di bailout attuale e l’accordo su un nuovo “contratto” con i leader dell’eurozona, che Yanis Varoufakis, ministro delle finanze greco, spera di avere per l’inizio di giugno», commenta l’articolo a firma di Claire Jones.

La borsa di Atene ha reagito perdendo intorno al 9 per cento in apertura di seduta, mentre i titoli di stato greci con scadenza decennale sono cresciuti fino a oltre il 10%. «Giovedì azioni e obbligazioni greche hanno preso una batosta, dopo che la Banca Centrale Europea ha alimentato uno stallo sempre più teso tra il governo greco e i suoi creditori internazionali», scrive il Wall Street Journal.

La stampa tedesca «La BCE tira le redini», titola il quotidiano FAZ, da sempre assai poco tenero con il paese ellenico. «La banca centrale dubita sulla volontà riformista di Atene – e causa un piccolo terremoto nel mercato dei capitali». «Colpo di avvertimento per la Grecia», fa eco il quotidiano economico Handelsblatt.

Citando fonti della BCE, la FAZ aggiunge che le mosse di Varoufakis sono seguite «con sospetto» nell’istituzione guidata da Mario Draghi, e che si attendono «segnali che i greci abbassino le loro richieste a un livello ragionevole». Commentando la visita di Tsipras a Bruxelles, un editoriale sullo stesso quotidiano aveva scritto che «i socialisti di Atene sognano di vivere senza la Troika a spese dei contribuenti europei».

Anche secondo la stampa greca la mossa della BCE è anzitutto diretta al governo Tsipras: «La BCE spara un colpo di avvertimento rifiutando di accettare i debiti di stato greci come collaterale», scrive l’edizione inglese di eKathimerini, sottolineando però che Varoufakis ha incassato ieri il sostegno del presidente francese Hollande per i suoi progetti di ridiscutere i termini del bailout.

Un commento sullo stesso eKathimerini prova però a ridimensionare l’impatto della misura per le banche greche, nonostante le pesantissime perdite dei titoli bancari questa mattina alla borsa di Atene, riprendendo un commento di Bloomberg.

Lorcan Roche Kelly scrive che la decisione della BCE non sarà necessariamente un disastro per le banche greche, perché il sistema creditizio del paese «non fa particolarmente affidamento ai titoli di stato greci come collaterale» e può ancora ricorrere all’ELA. La mossa di ieri sera è «contro il debito sovrano greco, non contro le banche greche» e deve essere visto come uno strumento di pressione con effetti «limitati nei mercati, ma enormi in ambito politico».

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