Poco importa quando sia iniziata l’era dei videoclip: c’è chi dice con All Night Long di Lionel Ritchie, che inauguroò le trasimissioni di Mtv il 1 agosto del 1981, chi con Thriller di Michael Jackson, primo vera e propria superproduzione per un prodotto che altro non è che lo spot di una canzone. Quel che si può dare per (quasi) certo è che l’era dei video musicali così come l’ha conosciuta chi è stato adolescente nei trent’anni che vanno dal 1980 al 2010 è ormai giunta al termine.
Sarà perché di Mtv non c’è più traccia, o quasi, e quel che c’è non trasmette più videoclip. Sarà perché ormai il prodotto discografico si è emancipato dal supporto fisico e, di conseguenza, non c’è più bisogno di promuovere la canzone da studio, ma l’evento live, che è la nuova gallina dalle uova d’oro per lo starsystem musicali (e infatti proliferano video di concerti). Sarà che i talent show ormai hanno occupato tutto lo spazio possibile per la musica in televisione.
Sarà, ma a noi i video musicali piacevano molto. E se all’inizio erano un po’ naif, con le loro dissolvenze a stella e i loro sfondi improbabili, a partire dagli anni ’90 sono diventate delle vere e piccole opere d’arte, che nulla avevano da invidiare alla canzone stessa, anzi. Era un’epoca in cui – al pari di quel che oggi accade con le serie tv – anche grandi registi e fotografi come David Fincher o Anton Corbijn si cimentavano cercando di dare un’anima visiva alle canzoni. C’è da dire, non sempre con grandi risultati (solo in Italia, per citare due esempi dimenticabilissimi, si pensi ai video di Angeli di Vasco Rossi, girato da Roman Polanski e di Cose della vita di Eros Ramazzotti, girato da Spike Lee).
Al contrario, alcuni registi di videoclip musical sono poi diventati grandi registi cinematografici. Uno su tutti, Spike Jonze. Che ha firmato alcuni dei più memorabili videoclip della storia e che abbiamo visto di recente al cinema con Her. O come il francese Michel Gondry, regista di The eternal sunshine of the spotless mind, così come di alcuni video altrettanto geniali. Ma tra le star della nobile arte del videoclip ce ne sono molti altri: Johnatan Glazer, Chris Cunningham, Jonas Akerlund, Mark Romanek, Flora Sigismondi.
Per celebrare l’arte del video clip e regalarvi un tuffo nel passato, abbiamo deciso di passare in rassegna i migliori di sempre. Lo abbiamo fatto consultando un bel po’ di classifiche. Tra le tante, abbiamo scelto quella della rivista inglese Nme, che di video ne ha messi in fila addirittura 100. Se volete tutta la classifica la trovate qui. Noi ci limitiamo ai primi dieci
10. Prodigy – Smack my bitch up (Jonas Akerlund)
La serata in soggettiva di un drogato psicotico e sessista che beve, pippa, violenta, picchia, vomita. Finché non si guarda allo specchio e…
9. Sigur Ros – Vidrar Vel Til Loftarasa (Arni & Kinski)
Una partita di calcio in Islanda, un gol, due ragazzini si abbracciano e una volta a terra iniziano a baciarsi teneramente. Una storia di amore e di omofobia, delicata, violenta, bellissima
8. Beastie Boys – Sabotage (Spike Jonze)
La miglior sigla di un telefilm poliziesco anni ’70, firmata Spike Jonze e Beastie Boys. Un vero peccato non sia mai andato in onda. Avremmo proprio voluto vedere cos’avrebbe cos’avrebbe combinato Alasondro Alegré nei panni di “The Chief”
7. The Weezer – Buddy Holly (Spike Jonze)
Altro giro, altro telefilm. Stavolta non è falso però, ma è il più famoso di sempre. In Buddy Holly, infatti, Spike Jonze fa suonare i Weezer da Alfred di Happy Days. E Fonzie pare gradire parecchio.
6. Foo Fighters – Everlong (Michel Gondry)
Quando uscì il videoclip di Everlong, Michel Gondry era già Michel Gondry e i Foo Fighter erano già i Foo Fighters. Ma tutti pensarono che nessuno dei due avrebbe potuto fare meglio di così. Un viaggio nel mondo onirico che cita – e non fa rimpiangere – Luis Bunuel
5. Bjork – All is full of love (Chris Cunningham)
Se chiedete ai suoi colleghi, quasi tutti vi diranno che Cunningham è il migliore fra loro. Magari lo dicono perché sono dei paraculi, visto che Cunningham ha avuto molto meno successo rispetto a quello che avrebbe meritato. Di sicuro, il video di All is full of love fa venire qualche dubbio che abbiano ragione…
4. Black Hole Sun – Soundgarden (Howard Greenhalgh)
Non ha la qualità stilistica per stare nella top ten, forse, ma nessun video racconta l’epoca grunge, la sua critica alla società americana, la sua estetica tra il lisergico e il boscaiolo, come quello di Black Hole Sun dei Soundgarden
3. Chris Isaak – Wicked Game (Herb Ritts)
In tanti ci hanno provato a fare videoclip ad alto tasso erotico. Nessuno ci è riuscito più di Chris Isaak. O forse sarebbe meglio dire, più di Helena Christiansen
2. Radiohead – Just (Jamie Thraves)
Perché quell’uomo è per terra? Il premio del miglior soggetto in assoluto per un videoclip lo vincono i Radiohead e Jamie Thraves
1. Johnny Cash – Hurt (Mark Romanek)
Il testamento spirituale dell’uomo in nero, che offre una commuovente interpretazione di se stesso, in punto di morte, che riflette sulla vacuità della sua vita, sulle note di una delle più malate canzoni di Trent Reznor dei Nine Inch Nails: «Se potessi cominciare da zero, un milione di chilometri lontano da qui, non rinuncerei a me stesso, troverei un modo». Basta la sua faccia per avere i brividi