Di solito, le cose (che possono essere oggetti, ma anche terreni, case, parchi interi) sono di proprietà di qualcuno. Persone fisiche o persone giuridiche, è ua differenza che poco importa. È una regola basilare, un punto ormai dato per ovvio. Certo, esistono cose che non sono di nessuno, ma – e questa è una stranezza – esistono anche cose che possiedono se stesse. O meglio, per essere precisi è solo una, ed è un albero: l’albero-che-possiede-se-stesso.
Questa storia comincia negli Usa del diciannovesimo secolo, ad Athens, in Georgia. Un vecchio professore universitario, il colonnello William H. Jackson era – si spera in modo metaforico – innamorato di un albero, una quercia bianca di 350 anni. Era proprietà della famiglia Jackson fin da quando il professore era un bambino. Come crebbe, il suo affetto per il vegetale rimase immutato. Anzi, aumentò. Per cui, quando ne ebbe la possibilità, stabilì – con tanto di atto notarile – che l’albero dovesse essere protetto per sempre. Che fosse autonomo, libero. Per cui gli conferì “intero possesso di sé e di tutta la terra che lo circonda, a una distanza di 2,5 metri”.
La decisione venne incisa su una placca, a futura memoria. Tutti i cittadini, anche a causa per la stranezza della cosa, la memorizzarono.
Certo, poi le cose non andarono come previsto. La quercia fu distrutta da una tempesta, ma la comunità intorno, ormai abituata alla sua presenza, si mosse per sostituirla con un’altra, ricavata da una delle sue ghiande. All’angolo di via Finley e via Dearing, allora, sorse “Il-figlio-dell’albero-che-si-possedeva”. Che poi, con il tempo, è diventato anche lui “L’albero-che-possiede-se-stesso”.
Certo, purtroppo la legge non permette a un albero di avere autonomia giuridica perché il possesso di una cosa implica l’accettazione, espressa, da parte del possessore. Cosa che nemmeno l’albero può fare. È, in sostanza, un uso, una leggenda. Non un’attribuzione giuridica effettiva. Questo non impedisce agli abitanti di Athens di continuare a voler bene all’albero, e di decorarlo quando viene Natale.