Come sono i film fatti per le scimmie

Uno studioso e filmmaker giapponese usa il cinema per studiare la memoria dei primati

Per chi è stanco dei film per esseri umani, si può sempre provare a guardare quelli per scimmie. Esistono, e vengono utilizzati per studiare il funzionamento della memoria a lungo termine nei primati (come è noto, non avendo il dono della parola, è necessario che gli scienziati si ingegnino per trovare soluzioni alternative).

Fumihiro Kano è un filmmaker e ricercatore e si occupa proprio di questo: finora ha realizzato due film per scimmie, che sono anche stati apprezzati. Durano quasi un minuto e mostrano scene di violenza tra umani e scimmie (dove le scimmie, in realtà, sono esseri umani travestiti).

L’idea è nata quando, osservando il comportamento dei primati di fronte ai film normali, si è visto che si agitavano e si interessavano solo in occasione si scene di violenza. A quanto pare, piacciono. Per capire il funzionamento della memoria a lungo termine e la capacità di riconoscere le scene osservate, quello dei film era un buon trucco, e Fumihiro si è messo al lavoro. Ha realizzato uno dei film, lo ha mostrato alle scimmie e ne ha osservato le reazioni. Come previsto, di fronte alle scene di combattimento, gli animali hanno dato segni di interesse.

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Dopo 24 ore ha rifatto vedere il film alle stesse scimmie. Studiando il movimento oculare dei primati si è visto che appena prima che arrivassero le scene di violenza che apprezzano tanto, gli insoliti spettatori cominciavano ad agitarsi. Un chiaro segno: stavano ricordando quello che avevano visto il giorno prima. Per cui – almeno per un giorno – le scimmie sono in grado di ricordare quello che hanno visto in televisione. Missione compiuta. Un passo in avanti per la scienza. Ma, a pensarci bene, anche per l’arte.

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