La decisione arriva al termine di una lunghissima giornata, per Ignazio Marino. È cominciata con l’annuncio, poi smentito, delle dimissioni di tutti gli assessori del Pd. Annuncio di Ruocco, de Movimento Cinque Stelle, subito ritirato da Stefano Esposito, del Pd che però aveva sottolineato che “la fine è inevitabile”.
Poi, sono arrivati i primi addii: tra cui lo stesso Esposito, seguito dal vicesindaco Marco Causi e l’assessore all’Istruzione di Marco Rossi Doria.
Al centro della questione una serie di errori politici e personali commessi da Ignazio Marino, tra cui le spese all’estero pagate con la carta di credito del Comune, che Marino aveva detto che avrebbe rimborsato (cosa che ha fatto). Dopo gli incontri con gli assessori e i rappresentanti dei partiti, il sindaco di Roma ha deciso di mollare.
Cosi ha detto: “Esiste un problema di condizioni politiche per compiere questo percorso. Queste condizioni oggi mi appaiono assottigliate se non assenti. Per questo ho compiuto la mia scelta: presento le mie dimissioni.
Sapendo che queste possono per legge essere ritirate entro venti giorni. Non è un’astuzia la mia: è la ricerca di una verifica seria, se è ancora possibile ricostruire queste condizioni politiche.