Borse in picchiata, quell’irresistibile voglia di dare la colpa al complotto

Le teorie dietrologiche ritornano, anche questa volta. Ma il problema siamo noi: preferiamo vedere un ordine, anche se malvagio, piuttosto che un mondo dominato da un disordine che non capiamo

Mario Draghi, dopo una lunga disamina delle ragioni – demografia, prezzo del petrolio, eccetera – che frenano le banche centrali nello spingere in alto il livello dei prezzi, dichiara: «There are forces in the global economy today that are conspiring to hold inflation down». Ossia, molti fattori “sono in azione” per tener bassa l’inflazione. Ed ecco che alcuni traducono “conspiring” non come l’agire di forze indipendenti, ma con “complottano, sul quale si chiedono lumi. E ci risiamo con i complotti, dopo quello recente contro le banche italiane, e quello meno recente contro il debito pubblico italiano.

Perché mai tanta propensione a vedere complotti ovunque?

Un aspetto che spiega la propensione a vedere complotti ovunque è l’animo del cavernicolo che alberga in tutti noi. Riprendiamo Kahneman, lo studioso degli stereotipi comportamentali. Un cavernicolo (che sta appunto) nella caverna, con la moglie racchia, i poppanti pelosi e un piccolo dinosauro al posto del cane, quando sente un rumore, pensa alla tigre. Ossia, non distingue i rumori e agisce subito in modo difensivo. Come dire: ha la massima avversione al rischio. Pensa che all’origine del rumore ci sia una tigre e non un coniglio. L’altra mentalità cavernicola è l’antropomorfizzazione degli eventi, ossia noi cerchiamo una causazione degli eventi che abbia sempre dei protagonisti umani – solitamente i potenti malvagi che danneggiano con metodo gli innocenti poveri, perché non siamo ancora capaci di ragionare da “statistici”, ossia di accettare i movimenti indipendenti e casuali, che coinvolgono sia i malvagi sia gli innocenti.

Un aspetto che spiega la propensione a vedere complotti ovunque è l’animo del cavernicolo che alberga in tutti noi

Insomma, i fulmini lanciati dagli dei sono ormai sostituiti dalle speculazioni della finanza. Precisamente come sorge questa idea?

«Fenomeni come le crisi economiche – ha scritto Enrico Cassini su centroeinaudi.it (ndr) – hanno dimostrato che, essendo costituito da molteplici volontà umane, il mercato è soggetto alle stesse incertezze del resto delle nostre attività. Siamo noi a fare il mercato e non viceversa, altrimenti dovremmo arrenderci e ammettere l’esistenza di una sorta di demiurgo delle istituzioni. Se, infatti, le forme di organizzazione dei gruppi umani sorgono come ordini spontanei ed evolvono nel tempo, è quantomeno azzardato affermare che il mercato sia la mano invisibile di tutte le mani invisibili, in grado di autogovernarsi e dirigere il resto delle creazioni dell’uomo. Tanto meno è razionale pensare che il mercato possa avere questo ruolo di istituto metafisico all’interno delle moderne democrazie liberali, le quali hanno la forma di stati sociali di diritto, in cui le amministrazioni hanno numerosi compiti che si sono formati spontaneamente, da altrettante volontà quante quelle che plasmano il sistema della produzione e del libero scambio. Si crea – non amettendo la pluralità degli attori indipendenti – una vera e propria divinità: si ammettono complotti e mani nascoste, rette da volontà malvagie e interessate».

Si ha il “disordine”, quando si vuole l’”ordine”, anche se malvagio. Il complotto diventà così una modalità della polemica politica facile e immediata, come si è visto qualche giorno fa con Draghi, e tante volte nel passato. Aspettiamo il prossimo

In conclusione, i complotti non esistono, ma sono la semplificazione antropomorfica per interpretare l’agire spontaneo di forze indipendenti. Le quali sono certamente difficili da comprendere in modo immediato, perchè richiedono umiltà e studio, e comunque portano sempre alla conclusione che non sia ha una volontà unica e onnisciente che tira le file degli avvenimenti. Si ha così il “disordine”, quando si vuole l’”ordine”, anche se malvagio. Il complotto diventà così una modalità della polemica politica facile e immediata, come si è visto questa settimana con Draghi, e tante volte nel passato. Aspettiamo il prossimo.

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