Negli ultimi anni, moltissimi studi si sono concentrati sul cosiddetto burnout, ovvero quello che i nostri genitori chiamavano “esaurimento nervoso”. Si tratta di una sindrome complessa con molteplici aspetti emotivi e psicologici.
A causa della difficoltà di tenere il passo con ambienti lavorativi sempre più competitivi e stressanti, molti di noi sono a rischio (e per capire quanto, esistono diversi test di autovalutazione online). A differenza dello stress, che può anche avere un impatto positivo sulla nostra produttività, il burnout ha sempre una valenza negativa, che include sintomi come sensazione di perdita di controllo, stato di ansia generalizzato e diffuso, insonnia e anche manifestazioni psicosomatiche.
È importante riconoscere i segnali deboli di un possibile esaurimento, per prevenirlo. Vediamo come, raccomandando comunque di interpellare uno specialista se ci si trovasse in una fase di vero burnout.
1- Staccare: spesso, in una fase di stress negativo e crescente, è arduo restare motivati e ottimisti. Inutile tentare l’impossibile, meglio staccare, spegnendo tutti i device e concordando con i propri colleghi e clienti dei momenti di irraggiungibilità assoluta. In fondo anche nelle società di consulenza, dai ritmi frenetici, viene concesso un giorno la settimana veramente “intoccabile”, in modo tale che ci si possa dedicare a sé e alle proprie relazioni e passioni. Un’ottima strategia per ritrovare la calma è, poi, la mindfulness, una forma di meditazione che consente di riguadagnare una normalità emotiva e una migliore presenza di sé in qualsiasi situazione. Per avvicinarsi alla pratica è possibile, ad esempio, utilizzare uno dei tanti servizi online, come Headspace o la app Buddhify, o, meglio ancora, scegliere un centro specializzato nella propria città. Il milanese Semplicemente Mindfulness è un buon punto di partenza, anche per la possibilità di accedere a meditazioni guidate online.
Inutile tentare l’impossibile, meglio staccare, spegnendo tutti i device e concordando con i propri colleghi e clienti dei momenti di irraggiungibilità assoluta. Un’ottima strategia per ritrovare la calma è, poi, la mindfulness, una forma di meditazione che consente di riguadagnare una normalità emotiva
2- Riconsiderare le proprie priorità: in un momento di stress intenso tutto sembra impellente e irrinunciabile. Sappiamo benissimo che non è così e quindi viene il momento di riconsiderare la propria to-do-list. Questa azione va condotta a mente fredda, sia comprendendo quali siano le attività in linea con i propri obiettivi personali, ad esempio utilizzando degli strumenti di produttività personale, sia evidenziando le attività che devono veramente essere fatte. Un modo semplice e immediato per un’analisi di questo tipo è la celebre matrice di Eisenhower che cataloga le attività secondo le dimensioni di urgenza e importanza. Quello che è importante e urgente dev’essere messo in cima alla lista delle priorità. Quello che è non importante e non urgente semplicemente non si fa.
3 – Imparare a dire no: soprattutto in organizzazioni gerarchiche, è facile cadere nella trappola (a volte nel vero e proprio ricatto) che ci porta a dire sì anche a richieste insensate, sottovalutando l’impatto che sulla nostra attività può avere un nuovo incarico. È dunque meglio dire un no cortese e fermo oggi, piuttosto che giustificarsi domani, magari dopo aver tentato l’impossibile per tenere fede a impegni presi nostro malgrado. Non è un caso che, secondo l’University of California di San Francisco, l’incapacità di dire no è direttamente correlata a disagi psicologici, tra cui ansia, depressione e burnout. Leggete dunque qualche suggerimento pratico per allenarsi a dire no in scioltezza.
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È meglio dire un no cortese e fermo oggi, piuttosto che giustificarsi domani, magari dopo aver tentato l’impossibile per tenere fede a impegni presi nostro malgrado