Nel 1984, lo psicologo e vincitore del premio Nobel Daniel Kahneman ha condotto un’esperimento chiamato “i biglietti del teatro”, divenuto un classico dell’economia comportamentale. A ciascuno dei 200 partecipanti è stato chiesto di considerare due scenari e di rispondere ad una domanda:
- Una donna ha speso 160 euro per acquistare due biglietti per il teatro. Quando arriva a teatro non trova più i biglietti. Svuota la borsa, controlla nelle tasche, ma non vi è alcuna traccia dei biglietti. Si sente male al pensiero dell’ingente somma di denaro che ha speso e anche perché perderà lo spettacolo che tanto desiderava vedere. E adesso? Spenderà altri 160 euro per acquistare altri due biglietti? O lascerà perdere e se ne andrà a casa?
Circa 9 persone su 10 hanno risposto che la donna avrebbe rinunciato a vedere lo spettacolo.
Ma cosa sarebbe successo se lo scenario fosse stato leggermente diverso?
- Questa volta la donna non ha acquistato in anticipo i biglietti. Al contrario si è portata dietro 160 euro in contanti, pronta ad acquistare i biglietti una volta giunta al botteghino del teatro. Ma arrivata a teatro si rende conto che il denaro che aveva nel portafoglio non c’è più. Evidentemente lo ha perso o le è stato rubato. Userà la carta di credito per acquistare i biglietti?
In questo caso, più della metà dei partecipanti all’esperimento ha cambiato la risposta rispetto al primo scenario, rispondendo “sì” e che quindi la donna avrebbe utilizzato la carta di credito per acquistare i biglietti.
Se in alcuni casi la contabilità mentale può dar luogo a comportamenti di spesa poco razionali, ragionare secondo conti mentali nel campo degli investimenti può essere un’ utile abitudine che ci consente di definire un portafoglio adatto agli obiettivi dei nostri investimenti; ed evitare di essere vittima di momenti di panico ed euforia tipici delle diverse fasi dei mercati finanziari
Sorge spontanea la domanda sul perché sia accettabile pagare due volte per i biglietti nel secondo scenario, ma non nel primo. Secondo Richard Thaler, economista americano, i biglietti del teatro fanno parte di un ideale conto mentale dedicato allo svago e al divertimento. Quindi “prelevare” doppiamente dal “conto svago” per quei biglietti persi è eccessivo. Ma quando si tratta di contanti che sono andati perduti, la situazione è diversa: siamo di fronte a un imprevisto. Dunque, in questo caso, i 160 euro persi rientrano in un conto generale dedicato agli imprevisti e nessun budget è stato assegnato a queste situazioni, appunto impreviste. Quindi è psicologicamente accettabile effettuare un ulteriore “prelievo”. Ecco allora che questo comportamento spiega il cambio nella risposta dei partecipanti a fronte del secondo scenario.
Quanto appena detto è una applicazione della teoria dei “mental accounts” o contabilità mentale. Ovvero la tendenza a suddividere il proprio denaro in conti mentali separati in base all’origine e allo scopo per cui quel denaro verrà utilizzato.
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