Grandi notizie per chi sogna di lavorare nei palazzi della politica. Dopo anni di attesa, Camera e Senato sono pronte ad assumere decine di dipendenti. La novità non è da poco. Entrare al servizio delle istituzioni parlamentari è un sogno difficile da realizzare. A Montecitorio gli ultimi concorsi pubblici risalgono al 2003, quando furono reclutate una ventina di persone. Adesso, a distanza di quasi quindici anni, diventa necessario integrare gli organici. Chi si sta occupando del bando racconta che il passaggio è quasi obbligato. Su un totale di circa mille posizioni, negli ultimi anni circa un terzo dei dipendenti della Camera è andato in pensione senza essere rimpiazzato.
Contrariamente a quanto emerso da alcune indiscrezioni, non ci sarà posto per nuovi assistenti parlamentari. Noti al grande pubblico come commessi, sono figure leggendarie dal completo scuro e fiocchetto tricolore al braccio. Ad essere assunti saranno invece profili con particolare esperienza e professionalità. Il concorso sarà limitato ai consiglieri parlamentari, veri e propri ruoli dirigenziali. Ma anche a documentaristi e ingegneri informatici (profilo sempre più richiesto nella fase di trasformazione tecnologica che sta investendo anche i palazzi della politica).
Contrariamente a quanto emerso da alcune indiscrezioni, non ci sarà posto per nuovi assistenti parlamentari. Sono i dipendenti più noti al grande pubblico, figure leggendarie dal completo scuro e fiocchetto tricolore al braccio. Il concorso sarà limitato agli aspiranti consiglieri parlamentari, documentaristi e ingegneri informatici
Le procedure non sono semplici. Gli uffici della Camera dei deputati stanno lavorando da tempo al nuovo concorso. Secondo quanto si racconta a Montecitorio il bando dovrà essere pubblicato entro la fine dell’anno. Data la complessità della selezione, lo svolgimento delle prove di esame si svolgerà nei mesi successivi. Di fatto, le assunzioni saranno rimandate alla prossima legislatura. Al momento si cercano di chiarire gli ultimi dettagli. A gestire questa fase è il Comitato per gli Affari del Personale della Camera, presieduto dalla vicepresidente Marina Sereni. Dopo un lungo confronto con le sigle sindacali, la parola spetterà all’Ufficio di Presidenza. È questo l’organismo che dovrà procedere alla delibera finale. Intanto sono già avviati i contatti con Palazzo Madama. Ecco un’altra novità: stavolta Camera e Senato hanno deciso di costituire un ruolo unico dei dipendenti. L’obiettivo è la convocazione di un solo concorso per assumere dipendenti che saranno mandati in forza a ciascuna delle due istituzioni, a seconda delle necessità.
Addio blocco del turn over, finalmente. Se per anni si è preferito fermare nuove assunzioni, ora l’arrivo di nuovi dipendenti non è più rinviabile. Chi si sta occupando del concorso parla di ingressi necessari, ma ridotti. Nessuna grande infornata. Alla Camera, del resto, fin dall’inizio della legislatura si è deciso di puntare sulla razionalizzazione delle spese. Come spiegano gli uffici competenti, negli ultimi quattro anni la stretta ai conti ha fatto risparmiare allo Stato quasi 350 milioni di euro. 200 milioni sono stati restituiti all’erario, mentre 150 milioni si riferiscono alla minore dotazione rispetto al passato. Il bando dovrà seguire la stessa filosofia. La mancata sostituzione dei commessi andati in pensione, spiegano, si giustifica con l’esternalizzazione di molti servizi ora gestiti da società che hanno vinto un regolare appalto. È il caso della ristorazione, ad esempio. Discorso diverso per quanto riguarda i ruoli dirigenziali. «Per ora si sono fatti miracoli per sopperire alle mancate assunzioni – raccontano ancora a Montecitorio – ma adesso non si può più farne a meno. Pena l’efficienza della struttura». Si parla di ruoli che richiedono un’esperienza e una professionalità importanti.
Addio blocco del turn over, finalmente. Se per anni si è preferito fermare nuove assunzioni, ora l’arrivo di nuovi dipendenti non è più rinviabile. Chi si sta occupando del concorso parla di ingressi necessari, ma ridotti. Nessuna grande infornata
La figura più richiesta è quella dei consiglieri parlamentari. Profili particolarmente specializzati che in Parlamento svolgono attività di responsabilità, dal coordinamento dei lavori di Aula e commissioni fino alla ricerca. Ma anche assistenza legale e controllo delle procedure amministrative e contabili. Dirigenti che non a caso partono da stipendi di tutto rispetto, e fin dall’ingresso possono contare su una retribuzione di 64.815,28 euro lordi. Insieme a loro ci sarà spazio anche per documentaristi, tecnici e ragionieri. Figure ancora una volta altamente specializzate, ma di un livello leggermente più basso (se per candidarsi al ruolo di consigliere parlamentare serve una laurea specialistica, in questo caso basta la triennale). Per i nuovi assunti lo stipendio iniziale sarà di 38.929,32 lordi. Quanti posti saranno aperti? Chi sta lavorando al bando racconta che il concorso sarà limitato ad alcune decine di posizioni per i singoli profili. Per ognuno, tuttavia, ci si aspettano migliaia e migliaia di domande. Evidentemente neppure il crescente sentimento anticasta degli ultimi anni ha intaccato il prestigio delle istituzioni parlamentari. La strada per conquistare un ufficio alla Camera e al Senato resta impervia. Gli aspiranti dipendenti dovranno sottoporsi a complicate prove d’esame, sia scritte che orali. Le selezioni verteranno su temi giuridici ed economici, ma sarà anche chiesto ai candidati di dimostrare le proprie capacità informatiche e la conoscenza di lingue straniere.