Era il 14 agosto quando poco prima di mezzogiorno un intero pezzo, lungo venti metri, del ponte Morandi crollava causando 43 morti e oltre 500 sfollati.
Oltre alle conseguenze psicologiche del lutto e alla frustrazione dei cittadini, Genova in due mesi ha subito e sta subendo danni enormi anche dal punto di vista economico e turistico. La priorità è quindi la demolizione e successiva ricostruzione del ponte, arteria fondamentale della città con il più importante porto d’Europa. Sembrerebbe possibile farlo in nove mesi, almeno così si evince dal progetto consegnato lunedì sera al primo cittadino e commissario per la ricostruzione Marco Bucci da Autostrade per l’Italia che non vuole uscire di scena e tira dritto, con una mossa che sembra quasi voler sfidare l’Esecutivo.
Il progetto è composto da 40 elaborati tecnici e strutturali, accompagnati da una relazione generale: il nuovo ponte, di altezza similare a quella del viadotto Morandi, è ispirato dal punto di vista estetico al disegno donato da Renzo Piano, classico e lineare, con travi in acciaio e soletta in calcestruzzo. Lo sviluppo longitudinale complessivo è pari a 1054 m, suddivisi in 9 campate. Entrambi i lati dell’impalcato, nel progetto Aspi, sono dotati di pannelli fonoassorbenti alti tre metri. Il tratto più caratteristico è l‘illuminazione: i lampioni ne accompagnano tutta la lunghezza, spiccano per 20 metri sul piano stradale e sbucano dalla parte inferiore con una luce sferica.
Quanto ai rivestimenti -si legge nel progetto- nella parte inferiore è prevista la carenatura metallica con pannelli in lamiera stirata che dona alla struttura una forma curva concavo-convessa. La carenatura è composta da pannelli curvati, ancorati ad una sottostruttura con fughe di minimo spessore tale ad assorbire le tolleranze di montaggio e le dilatazioni. Il disegno della carenatura si piega dietro i pannelli deflettori e risale coprendo lo spessore della soletta di impalcato.
Con l’invio del progetto, Giovanni Castellucci, Amministratore delegato di Autostrade per l’Italia, mantiene l’impegno che aveva assunto nel corso dell’audizione alla Camera dedicata al Decreto Genova. L’invio fa seguito inoltre alla consegna da parte di Castellucci a Toti e Bucci – avvenuta il 20 settembre scorso – di una serie di opzioni progettuali che prevedevano diverse soluzioni di demolizione e ricostruzione, con tempi complessivi compresi tra 9 e 16 mesi.
Aspi garantisce la realizzazione del proprio progetto di demolizione e di ricostruzione del Ponte in 9 mesi, fornendo “garanzie” molto solide, ovvero assumendo impegni contrattuali che prevedono, qualora ci fossero ritardi, il pagamento di penali ben superiori a quelle previste dalla legge.
Nella lettera di accompagnamento del progetto inviata al Commissario, Aspi dichiara la più completa disponibilità anche a sviluppare su indicazione del Commissario anche altre opzioni progettuali.
Resta però da capire se nella ricostruzione sia plausibile aspettarsi il coinvolgimento di Autostrade, che come più volte ribadito dall’esecutivo, è probabilmente l’unica voce del decreto Genova che non subirà alcun tipo di variazione. Decreto nel quale il “concessionario del tratto autostradale” è definito “responsabile dell’evento”, al quale si aggiungono le ultime categoriche dichiarazioni del portavoce del M5S alla Camera, Gianluca Rospi: «Sarebbe assurda – dice – una marcia indietro su questa decisione dopo che sia l’Autorità garante della concorrenza sia l’Anac hanno ritenuto plausibile e fondata la decisione di escludere Autostrade».