Invece di puntare al posto fisso e l’impiego a tempo indeterminato meglio inventarsi un lavoro, ritiene Frieda Brioschi, confortata anche dalla sua personale storia professionale di cofondatrice di Wikimedia Italia. “Le prospettive lavorative tradizionali per i giovani in Italia sono scarse e prevedono una lunga trafila di stage prima dell’assunzione. È lo specchio dello scollamento tra l’istruzione e il mondo del lavoro o forse è solo mal costume delle aziende: uno stagista costa meno di un dipendente e spesso produce come lui.
D’altra parte c’è spazio per chi vuole inventarsi un lavoro ed essere imprenditore di se stesso o creare la propria azienda. L’introduzione delle startup innovative non ha fatto miracoli ma ha aperto delle opportunità e lentamente sta portando dei risultati. L’Europa con i suoi bandi è un’altra opportunità da non dimenticare, anche per i giovani.
Se pur con meno giovani del resto dell’Europa, l’Italia risulta il primo paese europeo per numero di Neet, con una percentuale quasi doppia rispetto al resto dell’Europa (24% contro 13%). Come spiega questa peculiarità? E’ colpa del Paese o delle attese dei giovani “in panchina”?
Se ci fossero colpe nette e distinte sarebbe meglio: sapremmo come fare a risolvere. Invece come tutti i concorsi di colpa è sempre complicato attribuire colpe e responsabilità e quindi uscirne. Siamo un Paese incentrato sulla famiglia, dalla quale siamo già abitualmente poco stimolati a uscire; se poi la situazione fuori è troppo sfidante rimane più semplice restarci. D’altra parte l’Italia non è un paese per giovani: il numero di NEET, il numero di laureati, l’età media della nazione, il calo delle nascite, sono tutti numeri preoccupanti.
Non occuparsi dei NEET, etichettarli come “gli scoraggiati”, non è sicuramente d’aiuto. Ma siamo una nazione che colpevolizza il fallimento in ogni modo possibile, invece di considerarlo uno dei possibili passi della crescita.
Qual è la ricetta per intercettare e recuperare la fiducia di questi giovani ?
Insegnargli a sognare e dargli gli strumenti per realizzare il sogno, mostrandogli anche i casi di successo (che ci sono!) per restituire fiducia. Con un patto chiaro: si può fare, ma occorre sangue e sudore.
Un Stato che non riesce a garantire il lavoro (che non c’è) ma si preoccupa di assicurare il reddito (di cittadinanza) è un Paese che progetta il futuro?
I NEET sono una fascia così poco considerata che probabilmente non saranno nemmeno inclusi nel reddito di cittadinanza (sono a carico dei genitori e se i genitori sono abbienti non gli spetta). In ogni caso no, il reddito di cittadinanza non è uno strumento di progettazione è un palliativo per non risolvere e tenere buoni gli elettori.