Domande globaliIl cambiamento climatico è reale? Per capirlo, scopriamo innanzitutto cos’è la realtà

La nostra percezione del mondo e il mondo com'è realmente sono due cose diverse, ma spesso non sappiamo fare questa distinzione. Ecco perché non riusciamo davvero ad assumerci la responsabilità del riscaldamento globale

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Il reale è ciò che resiste al potere dell’interpretazione. Il reale non coincide con la realtà poiché la realtà tende a essere il velo che ricopre l’ asperità scabrosa – «inemendabile» – del reale.
Jacques Lacan

Mi sono reso conto, perché io stesso spesso ho frainteso quale sia la differenza tra realtà e reale, che sempre più spesso sento considerare come sinonimi. Voglio invece provare a definire questa differenza dopo che ne ho sperimentato e compreso il significato. La realtà è la realtà concreta della cui esistenza nessuno può dubitare. La realtà di una forchetta sul tavolo in cucina o di una forte nevicata sopra i tetti sono fatti in sé, accadono di fronte a me, non sono proiezioni della mia coscienza o del mio inconscio.

La realtà, di fatto, ha due caratteristiche, la prima: è indipendente dalla mia volontà; la seconda è che è permanente e mi coinvolge.

Se mi guardo allo specchio non mi stupisco di vedermi, anche se l’immagine che ho di me spesso non coincide con l’immagine riflessa allo specchio e nonostante ciò mi riconosco. Ugualmente se guardo la forchetta sul tavolo non dubito che sia una forchetta, che possa essere utilizzata per portare del cibo alla bocca e che possa essere utilizzata, per esempio da mia moglie, al suo ritorno. Per queste qualità di permanenza e di indipendenza dalla mia volontà possiamo definire questo stato con una parola: sonno.

Frequentiamo la nostra vita quotidiana in maniera abitudinaria, oserei dire meccanica, così come mi vedo allo specchio e vedo la forchetta sulla tavola. Abbiamo la tendenza ad addormentarci e siamo certi che la realtà risponda ad un certo ordine: io sono io. La forchetta è la forchetta. La neve è la neve. Quando camminiamo per strada non ci interroghiamo sulla possibilità che un palazzo di fronte a noi possa crollare o sprofondare nel terreno pieno d’acqua o addirittura non esistere, noi abbiamo fiducia in quel che vediamo e siamo certi che oggi c’é pertanto ci sarà anche domani.

Questa è la nostra routine della realtà.

E il reale? Allora, quando incontriamo il reale?

Ricordo di aver fatto un percorso con una psicologa e con la terapista avevamo individuato nei brutti sogni dei segnali importanti da non sottovalutare e quindi da tenere in considerazione, addirittura trascrivere su un taccuino. Vi è mai capitato di svegliarvi di soprassalto per un incubo e non riuscire a riaddormentavi?

Questa condizione ci avvicina al limite evidenziandoci la verità, per questa ragione la prendiamo in considerazione molto attentamente, ne restiamo quasi scioccati. Di fatto l’incontro con il reale è sempre un incontro con un limite, è sempre un cazzotto in faccia o nello stomaco che ci risveglia dal sonno in cui siamo piombati. L’apparizione improvvisa di un disturbo che minaccia una malattia imminente, la perdita del lavoro che mette in pericolo la nostra vita e quella della nostra famiglia, la rottura traumatica di una relazione, un incidente sono i segnali evidenti ma per fortuna non parliamo solo di accadimenti negativi, perché anche un nuovo amore o la nascita di un figlio o un’esperienza vissuta intensamente o l’incontro con un opera d’arte, con una scoperta scientifica, tutto ciò che ci risveglia dal sonno della realtà, è reale. Il reale è ciò da cui non si può fuggire, non ci si può nascondere, è il memento mori che improvviso spezza il sonno della normalità della realtà.

Istantaneamente tutto è messo in discussione: sono io allo specchio, quella forchetta è solo una forchetta, che cosa è la neve sul tetto?

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