Iniziative1000 alberi in 100 giorni: Treedom e Linkiesta insieme per l’ambiente

In occasione del lancio dell’edizione green del venerdì Linkiesta collabora con Treedom per creare una nuova foresta, grazie alle donazioni dei lettori. Bastano 20 euro per piantare il proprio albero, direttamente dal sito della testata. L'obiettivo? Mille alberi in cento giorni

NABILA EL HADAD / AFP

Linkiesta ha deciso di dedicare interamente il proprio sito ai temi green, per tutti i venerdì dal primo marzo fino alle elezioni Europee del 26 maggio. Per dare ancora più valore a questa scelta ha deciso di collaborare con Treedom per creare una foresta di nuovi alberi e regalarne uno a ciascuno di coloro che decideranno di sostenere Linkiesta con una donazione.

Si potrà non credere che siano in atto cambiamenti climatici dovuti all’attività umana, ma nemmeno il più ostinato degli scettici potrà negare che il primo sciopero globale per il clima, che ha avuto luogo lo scorso 15 marzo, sia stato un successo planetario. Milioni di persone, da ogni parte del mondo, hanno manifestato la propria volontà di un mondo più attento all’ambiente. E se anche non esiste una risposta univoca a questa richiesta, quello che non si può ignorare è che è sempre più diffusa e forte la sensibilità dell’opinione pubblica sui temi green.

Per questo l’iniziativa de Linkiesta è coraggiosa e meritoria, e ben presentata dalle parole del direttore Francesco Cancellato. “Da oggi, per tutti i venerdì da qui alle elezioni europee, Linkiesta parlerà solo della questione ambientale, in tutti i suoi articoli. Lo faremo con inchieste, interviste, reportage, analisi. Ma lo faremo con regolarità, senza preoccuparci di bucare la notizia del giorno, senza preoccuparci di perdere lettori, senza preoccuparci di annoiarvi. Anche perché siamo sicuri non accadrà nessuna di queste cose”.

Così Linkiesta e Treedom collaborano per creare una foresta di nuovi alberi. “Abbiamo deciso che non basta colorarci di verde per incidere come vorremmo sul destino del pianeta che abitiamo […] crediamo che assieme, noi e voi, possiamo fare molto di più. Ci siamo rivolti a Treedom, una piattaforma web che permette di piantare un albero a distanza e seguirlo online”.

Da oggi al 26 maggio, nella pagina in cui Linkiesta chiede un sostegno per la propria attività d’informazione, si potrà piantare un albero. “Bastano venti euro, e vi verrà recapitata via mail la foto del vostro albero e la sua geolocalizzazione affinché possiate seguirne la crescita in diretta”. Un’iniziativa che tiene insieme il sostegno all’informazione indipendente e quello all’ambiente. E che non potrebbe farci più felici.

Da oggi al 26 maggio, nella pagina in cui Linkiesta chiede un sostegno per la propria attività d’informazione, si potrà piantare un albero

Il Camerun è un paese particolarmente significativo per la storia di Treedom, dato che proprio qua ha preso avvio la nostra avventura. Era il 2010 e da allora abbiamo piantato oltre 150.000 alberi nel paese, coinvolgendo circa 10.000 contadini locali nelle attività di piantumazione. Merito di questi numeri così importanti va anche ai nostri partners locali: IRAD e Tropical Forest.
Le zone dove abbiamo attivato i nostri progetti agroforestali si trovano nei dintorni della capitale Yaoundé e nelle terre prossime ai confini della Riserva faunistica di Dja. Quest’ultima è una delle zone più incontaminate del Paese e, verrebbe da dire, dell’interno continente africano.
Il fiume Dja, che dà il nome alla riserva, ha un corso che gira come fosse un anello quasi completo, intorno ad una delle foreste pluviali più grandi dell’Africa. È proprio il corso del fiume, per buona parte dell’anno attraversato da forti correnti, a rappresentare una protezione per lo scrigno di biodiversità che si cela nella riserva. Gli alberi che abbiamo piantato in questa zona rappresentano un ulteriore anello di protezione intorno ai suoi confini e la loro importanza si carica di un enorme significato legato alla difesa della biodiversità.
Poter avere intorno al fiume Dja, una fascia di alberi che vengono curati e preservati dalle comunità locali, che da quegli alberi traggono reddito, è infatti la miglior garanzia di lungo periodo per proteggere la riserva.

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