Tre volte più grande di quanto si pensasse. È l’impatto del turismo sul clima, almeno secondo le nuove stime avanzate da uno studio pubblicato su Nature Climate Change. La ricerca, ricalcolando i parametri degli effetti provocati dai viaggiatori sull’ambiente, emette un verdetto definitivo: l’industria del turismo, che a livello globale vale circa 1,2 trilioni di dollari, è responsabile del 9% delle emissioni.
Prima d’ora le ricerche avevano considerato soltanto le emissioni provocate con gli spostamenti (cioè aerei, automobili e navi), raggiungendo un totale compreso tra il 2,5 e il 3%. Ma l’impatto, sottolineano gli scienziati dell’università di Sydney, sarebbe molto più alto: nel computo vanno considerati anche i consumi, che fanno nascere in tutto il mondo intere industrie e catene di servizi, che a loro volta emettono anidride carbonica e altri gas.
Anche questi, sostiene la professoressa Arunima Malik, che ha condotto la ricerca, sono effetti del turismo globale e di conseguenza vanno calcolati.
I turisti che inquinano di più, nemmeno a dirlo, sono gli statunitensi. Responsabili di 1.060 tonnellate di emissioni. Subito dopo di loro, i cinesi: 528 tonnellate di emissioni. E poi i tedeschi: 305 tonnellate. La cosa notevole è che lo studio ha misurato non solo le emissioni dei Paesi di provenienza, ma anche quelle dei Paesi di destinazione. Gli Stati Uniti sono anche qui al primo posto, con 909 tonnellate di emissioni, seguiti sempre dalla Cina, con 561, e dalla Germania.
Lo studio mette in mostra come alcune piccole isole, come Cipro, le Maldive, le Seychelles e le Mauritius, abbiano emissioni dovute al turismo su livelli inconcepibili: tra il 30 e l’80% del totale. Questo, sostiene la studiosa, obbliga a mettere in discussione l’idea che il turismo sia un mezzo di sviluppo economico sostenibile. Non lo è. Anzi, è dannoso.
Questo è da tenere a mente, soprattutto se dopo aver marciato per il clima tornate a casa per prenotate il vostro safari in mezzo all’Africa. L’ambientalismo impone dei sacrifici, che non sono solo la raccolta differenziata, ma anche le vostre sospirate vacanze in Sardegna. Siete pronti a rinunciare?